La capitana dell’Italvolley Sylla dopo l’uccisione della pallavolista afgana: «Mahjabin Hakimi potevo essere io, abbiamo fallito»
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La brutale uccisione della pallavolista afgana Mahjabin Hakimi da parte dei talebani scuote il volley italiano. Miriam Sylla, capitana dell’Italvolley femminile campione d’Europa, in un messaggio video ha detto: «Il mondo intero deve sentirsi in colpa e in lutto per la morte di Mahjabin Hakimi. Mi è stato chiesto cosa ne penso da atleta, da donna, da capitana, ma è una vicenda che riguarda tutti noi, non solo me. Non è ammissibile, nel 2021, che una ragazza che insegue un sogno trovi la morte. Lo sport deve rendere le persone libere, non vittime: per questo il mondo ha fallito. Mahjabin poteva essere mia sorella, potevo essere io». Nel fine settimana su tutti i campi della pallavolo italiana – dalla massima serie ai campionati regionali e territoriali – sarà osservato un minuto di silenzio, come deciso dal presidente della Fipav, Giuseppe Manfredi, d’intesa con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali.
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