Ema, al via l’esame sulla pillola anti-Covid. Il 25 ottobre la decisione sulla terza dose di Moderna
Marco Cavaleri, responsabile del gruppo di lavoro che si occupa delle terapie per il Covid-19, ha spiegato che l’Ema avvierà settimana prossima la revisione sulla pillola antivirale prodotta da Merck, colosso del settore farmaceutico con base nel New Jersey. La risposta dovrebbe arrivare entro un massimo di tre mesi. Se fosse approvata, la pillola Merck potrebbe diventare il primo farmaco antivirale da assumere per via orale. L’obiettivo della pillola è combattere il Covid-19, la malattia respiratoria che viene innescata dal Coronavirus. I primi test condotti dimostrano che questo farmaco sarebbe in grado di dimezzare i casi gravi tra i malati. Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, dopo aver letto i report sulla pillola Merck ha detto: «I risultati sono promettenti ma vanno valutati con attenzione. Abbiamo già disponibili vaccini e anticorpi monoclonali, ma mancano ancora antivirali».
«Risultati promettenti sulla vaccinazione eterologa»
Sempre settimana prossima, il 25 ottobre, l’Agenzia del Farmaco Europa (Ema) concluderà le sue analisi e comunicherà la decisione sulla terza dose di Spikevax, il vaccino anti Covid prodotto da Moderna. La decisione riguarderà tutte le persone sopra i 12 anni. La terza dose dovrebbe essere somministrata sei mesi dopo l’inoculazione della seconda. Ema ha comunicato anche che sta continuando le analisi per capire se questo vaccino possa essere utilizzato anche sui pazienti più piccoli, dai 5 agli 11 anni. Sempre nel report di Ema sono stari resi noti i primi risultati sulla vaccinazione eterologa, quella fatta tramite vaccini diversi che sfruttano però gli stessi meccanismi: «Stiamo vedendo risultati promettenti da studi che confermano una risposta immunitaria più forte quando il vaccino anti-Covid che viene somministrato come seconda o terza dose è diverso da quello ricevuto inizialmente». Ema ha ribadito anche l’importanza della campagna vaccinale spiegando che è impossibile pensare che basti aspettare che si sviluppi un’immunità naturale al Covid-19: «Con un bilancio delle vittime di quasi 5 milioni di persone in tutto il mondo, il costo umano dell’immunità naturale non è tollerabile».