A Trieste almeno in 20 mila contro il Green pass, scatta l’allarme per gli infiltrati violenti. Puzzer scaricato anche dai No vax
I cenni di guerriglia scoppiati lo scorso lunedì a Trieste potrebbero essere stati solo un assaggio in vista della manifestazione prevista per domani 22 ottobre, quando in città sono attesi circa 20 mila manifestanti. Una stima definita anche cauta dal prefetto Valerio Valenti al Corriere della Sera, con il timore sempre più concreto che tra i variegati gruppi che finora hanno bivaccato in piazza Unità d’Italia si potrebbero infiltrare soggetti che non guardando proprio a Gandhi come ispiratore ideale delle proprie battaglie. Finora la piazza di Trieste non è andata oltre i cori: «La gente come noi non molla mai» e qualche insulto al governo. Mentre però c’era chi urlava su palchi improvvisati o recitava il rosario, già lunedì scorso, mentre cominciava lo spoglio per i ballottaggi, alcuni pezzi della protesta si sono staccati per andarsi a scontrare con la polizia che prima ancora aveva sgomberato il presidio al varco 4 del porto con gli idranti. Già in quel momento dei portuali che avevano dato inizio a tutto era rimasto un gruppo ridottissimo, pochi fedelissimi rimasti accanto a Stefano Puzzer.
Si erano intanto affacciati i primi gruppi più radicali, da sinistra a destra, dai centri sociali a Casapound, tutti uniti dall’avversione al Green pass, ma divisi tra loro da un odio fisiologico. Una situazione che fa temere il riaccendersi di nuovi scontri proprio in occasione della manifestazione di venerdì, alla quale potrebbero anche aggiungersi soggetti dall’estero, dai black bloc a gruppi ultras, oltre a frange estreme di destra e sinistra. Gruppi che potrebbero trovare campo libero per ogni genere di azione violenta, soprattutto sfruttando la disorganizzazione dei manifestanti pacifici a digiuno di cortei. Non ci saranno per esempio i sindacati, che sin da subito avevano lasciato solo il Clpt dei portuali triestini.
Né tantomeno il sindacato che fu di Puzzer, ormai scaricato anche dai suoi ex compagni di sindacato oltre che dai confederati, che fino a ieri hanno attaccato il Clpt: «apparentemente incosciente dei danni che stava procurando ai lavoratori, al porto, alla collettività triestina e all’intero paese» con la protesta dei giorni scorsi. Puzzer rischia di non avere neanche l’appoggio dei No vax organizzati a Trieste sotto le insegne del movimento 3V di Ugo Rossi, scettico tanto sulla manifestazione che gli sembrerebbe inconcludente, quanto sull’incontro che Puzzer ha ottenuto con il ministro Stefano Patuanelli: «Un contentino – dice al Corriere della Sera – È l’arma che lo Stato usa per prendere tempo e togliere ossigeno al fuoco». E a Trieste venerdì di benzina potrebbe essercene fin troppa.
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