Nella Giornata europea della Sordocecità Open si è immerso in uno dei centri di assistenza e riabilitazione più avanzati per bambini, giovani e adulti sordociechi o con pluriminorità psicosensoriali. Chiedono di vivere con gli stessi diritti e possibilità del mondo che li circonda ed è al Centro Nazionale di Osimo che la Lega del Filo d’Oro continua da anni a fare, insieme a loro, passi enormi.
Il viaggio all’interno della grande struttura lascia senza fiato: continue attività, laboratori, terapie. Decine di operatori, medici, psicologici, educatori. L’area sanitaria, il centro diagnostico, la scuola, i laboratori, le residenze. L’obiettivo è da anni quello di fornire a tutti gli ospiti gli strumenti per poter agire e scegliere per se stessi. Ed è così che nella stanza giú in fondo al corridoio c’è Martina che con Fiammetta ha già iniziato la sua musicoterapia. La piccola non parla e non vede ma ascoltando Fiammetta al pianoforte si emoziona arrivando ad emettere un suono.
«Con tanto lavoro e pazienza quel suono potrebbe trasformarsi in “mamma” o “papà”», spiega l’educatrice. Proseguendo per le stanze colorate del Centro, Nicoletta e Paola chiacchierano nella complicità di un’amicizia che va oltre i ruoli e i pregiudizi. A pochi passi nella stanza dei computer invece c’è Giovanna, festeggia il compleanno della madre scrivendole una poesia: la tastiera in Braille messa a sua disposizione le permetterà anche quest’anno di fare il suo regalo. Nel Centro situato tra le colline marchigiane di Osimo, le famiglie chiamate per i trattamenti intensivi dei loro bambini continuano ad arrivare, mentre gli adulti, ormai di casa negli appartamenti pensati per loro, si preparano ai laboratori creativi.
Reduce da una pandemia che ha serrato le porte della sua grande oasi, la Lega del Filo d’Oro non ha mai smesso di guardare all’unico obiettivo certo da più di 55 anni: restituire dignità.
Testo: Giada Giorgi
Grafiche e video: Vincenzo Monaco
Producer: Francesca Simili
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