Quei lavoratori che restano a casa per aggirare l’obbligo: le finte malattie dei No Green pass
Sono tra gli 800.000 e un milione i lavoratori senza Green pass che non stanno effettuando test del tampone e sono assenti dall’impiego da quando è stata introdotta la Certificazione Verde Covid-19 obbligatoria. La stima è di Repubblica, che oggi spiega come venerdì 15 ottobre l’Inps ha ricevuto quasi 94 mila certificati di malattia contro i 76 mila del venerdì precedente, con un incremento del 23,6%. Lunedì 18 i certificati sono arrivati a 152 mila (+14,2%) mentre giovedì l’incremento è stato inferiore (da 91 a 97 mila, ovvero +6,5%). Tre sono i settori sotto osservazione: nei trasporti pubblici gli autisti in malattia sono arrivati al 10% del totale. Ma non si è verificato il paventato sciopero bianco che preoccupava molti, soprattutto a Milano e Roma.
Quando è passata una settimana dall’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass per lavorare Andrea Gibelli, presidente dell’Associazione delle aziende di trasporto pubblico locale, ha fatto sapere che il numero dei dipendenti assenti perché non in regola ammonta circa al 10%. Trieste, città d’Italia con l’incidenza più alta di contagi ogni 100 mila abitanti, è il capoluogo che ha fatto contare un numero molto nutrito di autisti senza Green Pass, ben 388, molti di più dei 272 di Milano. Assenze per malattia più che raddoppiate a Napoli, situazione sotto controllo a Roma. Nel pubblico impiego invece ci sono 300 mila impiegati senza certificato ma la gran parte si è sottoposta al test del tampone per presentarsi comunque in ufficio.
Ma le assenze sono comunque aumentate del 15% rispetto alla settimana precedente. In molti uffici si registrano assenze strategiche a metà settimana. Lo stratagemma servirebbe a ridurre da 3 a 2 i test settimanali necessari per ottenere il Green pass. Secondo la Coldiretti invece nell’agricoltura ci sono 100.000 braccianti senza Green Pass, il 25% del totale. Molti sono stranieri, alcuni anche vaccinati ma per motivi burocratici non hanno ricevuto l’attestazione. Poi ci sono le aziende che hanno deciso di pagare i tamponi ai dipendenti non vaccinati. Tra queste NaturaSì, Piquadro, l’ex Ilva e la Ducati. Ma solo il 2 % dei dipendenti è risultato finora assente ingiustificato. A Milano il caso di un’azienda che avrebbe demansionato i dipendenti con Green Pass da tampone.
Le assenze nelle regioni
Intanto l’Inps ha pubblicato sul suo sito la procedura Greenpass50+, ovvero il servizio per la verifica del certificato per le aziende private sopra i 50 dipendenti (che sono circa 35.000, con un totale di 7,5 milioni di dipendenti) e gli enti pubblici (escluse le scuole) non gestiti da NoiPA. Il servizio permetterà ai verificatori di controllare se uno specifico dipendente è in possesso, alla data della verifica, di un Green pass valido. Ieri il Corriere della Sera ha raccontato che gli incrementi di assenze maggiori si sono registrati in Lombardia. La regione è passata da 32 mila a 38 mila certificati da lunedì 11 a lunedì 18 ottobre. Venerdì erano stati 17.945. Anche in Piemonte i certificati di malattia sono aumentati dai 13.805 della settimana precedente ai 16.678 di lunedì scorso. In Veneto venerdì 15 ottobre i certificati arrivati all’Inps sono stati 8.886: tre giorni dopo, il lunedì, con l’avvio della prima settimana lavorativa con il certificato, sono saliti a 18.795.
Certificati raddoppiati anche in Emilia-Romagna: 9.659 il 15 ottobre, saliti a 20.589 il lunedì successivo. Nel Lazio 19.241 certificati di lunedì 18, contro i 9.787 di venerdì 15. In Toscana l’aumento medio dei certificati tra venerdì e martedì è stato del 17%. Il maggior numero di certificazioni è arrivato dal settore privato (17.083 il 15, 18 e 19 ottobre), ma l’incremento percentuale più marcato si è avuto nel settore pubblico (+25,4% nei tre giorni, con un picco del +33,9% venerdì). Forse si tratta di persone che non sono riuscite a prenotare il test del tampone in tempo. Contro le assenze strategiche causate dall’introduzione del Green pass i datori di lavoro potrebbero richiedere l’intervento dei medici dell’Inps con le visite fiscali. Ma gli addetti sono in totale solo 311. Oltre ai 1.300 medici di famiglia che collaborano con l’istituto qualche ora a settimana. Impossibile controllare tutti.
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