A Trieste erano in arrivo 300 di Casapound e Forza Nuova, Daspo anche per due anarchici: scovati gli infiltrati al corteo annullato
Il pericolo di infiltrazioni era concreto. I vari movimenti No Green pass di Trieste, che avevano deciso alla vigilia di annullare la manifestazione del 22 ottobre, hanno trovato nell’azione preventiva e repressiva della questura una conferma: circa 1.500 persone identificate e 12 fogli di via obbligatori. Otto di questi provvedimenti coinvolgono affiliati di Casapound provenienti da tutta Italia, due sono stati recapitati ad anarchici di Trento – fermati a bordo di un camper nell’area del porto vecchio, e due sono a carico di estremisti di destra arrivati in treno. C’è anche un militante neofascista denunciato per essere arrivato nel capoluogo giuliano in possesso di una maschera antigas, un coltello multiuso, un cacciavite, una bomboletta spray e un caschetto.
L’attività della questura triestina – di concerto con le questure di altre città, organi di polizia di Stato e forze dell’ordine slovene, austriache e croate -, hanno permesso di stimare in 300 circa gli appartenenti a gruppi estremisti diretti nel cuore di Trieste per infiltrarsi nei cortei, «destabilizzandoli e mettendo in atto azioni di guerriglia urbana». Al momento dell’emissione della nota stampa della questura – intorno alle 18 del 22 ottobre – le forze dell’ordine hanno stimato in 200 i manifestanti che occupano piazza Unità d’Italia. Nella mattinata, invece, era stato sgomberato un picchetto di 20 persone accampate di fronte al Palazzo della Regione Friuli-Venezia Giulia.
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