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Tragedia sul set di Rust, i media Usa: «La pistola di Baldwin usata per gioco con proiettili veri dalla troupe»

24 Ottobre 2021 - 15:08 Maria Pia Mazza
alec baldwin hutchins
alec baldwin hutchins
Lo riporta Tmz. Questo spiegherebbe perché l'arma che ha ucciso la direttrice della fotografia Halyna Hutchins conteneva munizioni vere

L’arma usata da Alec Baldwin sul set del film Rust, e da cui è partito il proiettile che ha causato la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins e il ferimento del regista Joel Souza, era stata usata per gioco da alcuni componenti della troupe. La pistola era stata usata al di fuori dal set, a telecamere spente, con pallottole reali. Questo dettaglio potrebbe dunque spiegare perché l’arma, nel momento in cui è stata impiegata durante le registrazioni, conteneva proiettili reali. A riferirlo è il sito Tmz, citando fonti vicine alla polizia. Durante il sopralluogo al Bonanza Creek Ranch vicino a Santa Fe nel New Mexico, dove stavano avvenendo le riprese del film, gli agenti hanno infatti trovato altri proiettili veri e altri sparati a salve con la stessa pistola utilizzata poi in scena. Alec Baldwin si è reso subito disponibile per le indagini e ha riferito agli agenti di non essere a conoscenza del fatto che la pistola fosse carica. L’attore e produttore statunitense, però, potrebbe essere chiamato in causa in qualità di produttore del film, per non avere garantito i massimi standard di sicurezza sul set. Secondo alcuni esperti statunitensi, infatti, è altamente improbabile che Baldwin venga accusato di omicidio colposo, perché non era a conoscenza del fatto che la pistola, una Colt vintage, fosse carica. Resta però da chiarire se l’attore abbia maneggiato l’arma nel modo corretto, a prescindere dal fatto che fosse carica o meno, senza puntarla contro un altro essere umano, come sostenuto dall’esperto armiere cinematografico, Bryan Carpenter. Le indagini, al momento, proseguono con gli interrogatori dei testimoni e della troupe. 

L’inchiesta sulla dinamica dell’incidente

L’inchiesta in corso si starebbe concentrando sulla responsabile del controllo e della preparazione delle armi da usare sul set, Hannah Gutierrez-Reed, 24 anni, figlia di Thell Reed, noto armiere di Hollywood che ha lavorato, tra gli altri, con Quentin Tarantino nella produzione di Once Upon a Time in Hollywood e Django Unchained. La giovane, da diversi membri dello staff, era ritenuta troppo negligente e inesperta nel controllo delle armi. Ma gli investigatori concentrano le indagini anche su David Halls, assistente alla regia del film, che avrebbe consegnato l’arma a Baldwin dopo averla prelevata dal carrello predisposto da Hannah Gutierrez-Reed e che, secondo alcuni esperti, avrebbe dovuto verificare che l’arma fosse scarica, anche se altri esperti ritengono che non fosse suo compito farlo. In ogni caso, al momento nessuna persona è stata incriminata, e gli investigatori procedono con gli interrogatori e con la revisione delle riprese – anche dei cellulari dello staff – sul set, al fine di ricostruire la dinamica dell’incidente. 

La protesta sul set per i protocolli di lavoro non rispettati 

Al contempo, sono emersi alcuni dettagli sulle condizioni di lavoro degli operatori e tecnici. Alcuni di loro, prima dell’incidente, avevano abbandonato il set per protestare contro le giornate di lavoro troppo lunghe, contro le paghe troppo basse, e per alcuni incidenti accaduti in precedenza sul set del film. Secondo quanto riferito da un operatore al Daily Beast, nei giorni precedenti ci sarebbero stati altri due incidenti simili a quelli che hanno portato alla morte della direttrice della fotografia Hutchins. Una controfigura di Baldwin, durante alcune riprese, aveva sparato due colpi con un’arma, senza però ferire nessuno. Ma alla controfigura era stato assicurato che l’arma fosse scarica. Intanto, la casa di produzione del film, la Rust Movie Production, assicura: «La sicurezza è la nostra priorità. E anche se non siamo a conoscenza di nessuna denuncia sulla sicurezza sul set, condurremmo un’indagine interna sulle nostre procedure». 

La petizione per abolire l’uso delle armi sui set cinematografici

Dopo la morte di Hutchins sul set, Bandar Albuliwi, amico e collega, ha lanciato una petizione per chiedere che sui set cinematografici non vengano più utilizzate armi vere, raccogliendo 14mila firme in quattro giorni. «Dobbiamo assicurarci che questa tragedia, che era evitabile, non si ripeta mai più – spiega in un’intervista al New York Daily News -. Non ci sono scuse perché un fatto del genere accada nel XXI secolo. Le pistole vere non sono più necessarie sui set di produzione cinematografica e non esiste più alcun motivo per cui sui set debbano essere presenti armi reali, caricate a salve o meno: gli stessi effetti possono essere creati digitalmente».

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