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Regno Unito, l’aumento dei decessi dopo la revoca delle restrizioni è una bufala? No! Ecco i dati reali

25 Ottobre 2021 - 17:25 David Puente
Il conduttore di RadioRadio mostra dei grafici parziali sulla situazione britannica, escludendo il periodo in cui sono state revocate le restrizioni

Il 20 ottobre 2021 l’emittente RadioRadio pubblica sul proprio sito un articolo dal titolo Sbufalate le fake sui dati Covid nel Regno Unito – Meluzzi: “Ipnotizzano la gente con questa cabala infernale” relativa alla trasmissione Un Giorno Speciale. Il pezzo comprende anche un intervento video, pubblicato su YouTube e Facebook. L’obiettivo del conduttore, Fabio Duranti, è quello di smentire attraverso i dati le notizie dei media sulla situazione inglese: «Costa caro al Regno Unito lo stop alle mascherine e il no al Pass, titola la Repubblica: sarà davvero così?».

Per chi ha fretta

  • I grafici mostrati come fonte per le argomentazioni portate avanti da RadioRadio riguardano il periodo 1 settembre 2021 fino al 19 ottobre 2021.
  • Le riaperture nel Regno Unito risalgono alla data del 19 luglio 2021, giornata rinominata “Freedom Day”, e cioè a più di un mese prima rispetto alla data di inizio dei grafici mostrati da RadioRadio.
  • I grafici della mortalità nel Regno Unito, tenendo in considerazione come data di inizio quella del “Freedom Day” (19 luglio 2021) risulta evidente l’aumento dei casi di decesso.

Analisi

Tra i primi articoli criticati da RadioRadio c’è quello di Repubblica, pubblicato il 19 ottobre 2021 dal titolo «Covid, duecento morti al giorno: costa caro al Regno Unito lo stop alle mascherine e il no al Pass».

Per smentire il presunto allarmismo, il conduttore Duranti mostra dei grafici prelevati da Ourworldindata, sito dove vengono raccolti i dati pubblici e ufficiali della situazione pandemica nei vari Paesi del mondo, per illustrare la situazione inglese dopo le aperture messa a confronto con quella di altri Paesi (sotto l’Inghilterra evidenziata in verde).

Il grafico dei decessi confermati dal 1 settembre al 19 ottobre utilizzato da RadioRadio nel video.

«Ora, il numero dei conteggi dei decessi e come vengono conteggiati è una questione che riguarda altra discussione», afferma Duranti per poi argomentare la sua “sbufalata”: «A noi interessa vedere, invece, l’andamento della mortalità, che è la cosa che ci interessa, sulla base delle restrizioni. Cioè, prima eri tutto chiuso, poi hai aperto, che è successo? È morta più gente? Ci sono problemi? Dei contagi, come abbiamo detto, non ci interessa perché se uno si contagia e poi guarisce, e va beh, noi ci contagiamo di tante cose quotidianamente e basta guarire, no? E allora vediamo che invece in Regno Unito, in realtà, la linea è dritta! Non è che oggi ce ne sono più di ieri o l’altro ieri o quando era ancora aperto! Anzi! Nel momento in cui è stato chiuso questo grafico che vedete parte dal primo settembre finisce a ieri. Quindi, voi vedete che il momento in cui è stato aperto, cioè a fine settembre, addirittura c’è stata una discesa e poi si è mantenuta lineare. Si, c’è… piccole variazioni, in più e in meno, ma sono ininfluenti. Diciamo che la linea è dritta! Quindi, non ci sono variazioni rispetto al fatto che il Regno Unito ha riaperto i battenti già da diverse settimane. Chiarò?».

Il grafico dei decessi confermati dal 1 settembre al 19 ottobre utilizzato da RadioRadio nel proprio articolo.

Il Freedom Day di luglio 2021

Le restrizioni erano state revocate nel Regno Unito la notte del 19 luglio 2021, una data che era stata ribattezzata Freedom Day:

Oggi, 19 luglio 2021, in Gran Bretagna è arrivato il Freedom Day. Da stanotte sono state revocate tutte le ultime restrizioni nonostante l’allarme degli esperti. I club, i pub e gli altri locali possono lavorare a pieno regime, senza limiti al numero di avventori e senza l’obbligo della mascherina.

I grafici citati come fonte da RadioRadio considerano un periodo che inizia dal primo settembre 2021 al 19 ottobre 2021, escludendo oltre un mese di tempo in assenza delle restrizioni. L’articolo di Repubblica contestato da RadioRadio riportava l’informazione della data di inizio della revoca delle restrizioni: luglio 2021.

I grafici da luglio 2021

Riprendendo il grafico fornito da RadioRadio, ecco cosa succede se consideriamo l’arco temporale dal Freedom Day (19 luglio 2021) al 19 ottobre 2021:

I dati dei decessi confermati dal 19 luglio 2021 al 19 ottobre 2021 in Italia, India, Germania, Canada, Stati Uniti e Regno Unito, forniti di default dal sito

La linea relativa al Regno Unito non è più tanto “piatta”, mentre al contrario tende a salire.

Il dato singolo del Regno Unito

I grafici mostrati da RadioRadio tengono in considerazione gli stessi Paesi proposti di default da Ourworldindata, come l’India, la Germania e gli Stati Uniti. Siccome si parla del Regno Unito e delle eventuali conseguenze dovute alla revoca delle restrizioni, isolando il dato il grafico risulta molto più chiaro:

I dati dei decessi confermati dal 19 luglio 2021 (il “Freedom Day”) al 19 ottobre 2021 nel solo Regno Unito.

Aumentando il periodo considerato, iniziando dal primo gennaio 2021, riscontriamo l’ondata di inizio anno e la conseguente discesa.

I dati dei decessi confermati dal 1 gennaio 2021 al 19 ottobre 2021 nel solo Regno Unito.

Questo per quanto riguarda i decessi, veniamo ora all’aumento dei contagi a seguito del 19 giugno 2021 fino al 19 ottobre 2021:

I dati dei casi confermati dal 19 giugno 2021 al 19 ottobre 2021 nel solo Regno Unito.

La scelta della revoca delle restrizioni venne contestata proprio a seguito di un aumento dei casi nel mese di giugno, come possiamo vedere dal seguente grafico dal 1 gennaio 2021 al 19 ottobre 2021:

I dati dei casi confermati dal 1 gennaio 2021 al 19 ottobre 2021 nel solo Regno Unito.

Conclusioni

Nel voler smentire le affermazioni dei media riguardo la situazione britannica, RadioRadio riporta un’informazione parziale fornendo una interpretazione non corretta dei fatti. L’affermazione «Quindi, non ci sono variazioni rispetto al fatto che il Regno Unito ha riaperto i battenti già da diverse settimane. Chiarò?» risulta di fatto non corretta.

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