Mascherine e Green pass: cosa prevede il piano B per il Regno Unito dopo i contagi
Con quasi 50 mila casi e 1.000 ricoveri per Covid-19 al giorno il Regno Unito torna a tremare. Il numero dei decessi è lontano dai picchi di oltre mille vittime al giorno raggiunti nello scorso gennaio, ma la stagione invernale è alle porte e la situazione epidemiologica preoccupa non poco il governo britannico. Per questo Boris Johnson sarebbe pronto a mettere in pratica il piano B tanto invocato nelle ultime ore dal Partito laburista all’opposizione e dai medici dei pronto soccorso, inondati di richieste di ricovero a cui non riescono più a rispondere come dovrebbero. Per arginare le file di ambulanze ferme davanti gli ospedali e i reparti di nuovo sotto pressione, il primo ministro britannico ora potrebbe mettere da parte il piano A fatto solo di vaccinazioni e tamponi di massa e riprendere le carte del “piano B”, chiuse nel cassetto dallo scorso settembre. In cosa consisterà il nuovo assetto?
Dal 19 luglio il Regno Unito si è ufficialmente liberato di qualsiasi obbligo anti Covid: niente più mascherine, distanziamento sociale o limiti di capienza per stadi e luoghi di svago. Un ritorno vero alla normalità che ora però potrebbe costare caro. A questo proposito il piano B che Johnson potrebbe decidere di applicare se l’epidemia dovesse accelerare ancora rappresenta un assetto decisamente più restrittivo con obblighi e misure che potrebbero tornare a regolare la vita della popolazione inglese. Obbligo di indossare mascherine al chiuso, passaporti vaccinali per l’accesso a luoghi di svago come concerti o manifestazioni sportive, ritorno dello smart working, campagne di sensibilizzazione sulle misure anti Covid che tornano a riempire canali tv e cartelloni stradali. Questi i pilastri del piano, pronto a scattare nel caso in cui il sistema sanitario nazionale dovesse trovarsi «in condizioni di pressione insostenibile».
I dati da monitorare e i vaccini
Il dato fondamentale da monitorare da qui in avanti sarà dunque la situazione degli ospedali. Attualmente il numero delle persone ricoverate positive al Covid nel Regno Unito si aggira attorno a quota 8.000. Anche per le ospedalizzazioni, come nel caso dei decessi, la cifra appare molto più ridotta rispetto ai picchi di gennaio quando le persone ospedalizzate erano 39 mila al giorno. Ma il governo resta vigile: «Stiamo monitorando tutto» ha detto il ministro del Tesoro Rishi Sunak, «ma al momento i dati non suggeriscono la necessità di passare immediatamente al piano B. Tuttavia non lo possiamo escludere e ci teniamo pronti». A far sperare il governo britannico sono anche le somministrazione di terze dosi mirate a fortificare l’immunità della popolazione. Se da un lato le vaccinazioni hanno ridotto i ricoveri rispetto allo scorso anno, dall’altro la presenza della variante Delta e l’allentamento delle restrizioni hanno provocato il ritorno a una situazione preoccupante.
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