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Germania, arrestati neonazisti armati di machete e baionette. Erano al confine con la Polonia per fermare i migranti

25 Ottobre 2021 - 10:09 Redazione
Stavano rispondendo a un appello della Terza Via, partito di estrema destra con sospetti legami con gruppi neonazisti, a bloccare gli attraversamenti illegali

La polizia tedesca ha fermato più di 50 estremisti di destra armati di spray al peperoncino, baionetta, machete e manganelli che stavano cercando di pattugliare il confine polacco per impedire ai migranti di entrare nel Paese. Ne ha dato notizia la polizia stessa. Secondo Reuters i vigilantes stavano rispondendo a un appello della Terza Via, un partito di estrema destra nato nel 2014 da una scissione interna dell’Npd, il partito nazionaldemocratico di Germania, con sospetti legami con gruppi neonazisti, affinché i suoi componenti membri bloccassero gli attraversamenti illegali vicino alla città di Guben, al confine tra Germania e Polonia, nel Brandeburgo. La polizia ha sequestrato le armi trasportate dai 50 sospettati, arrivati da varie parti della Germania, e li ha sgomberati dalla zona di Guben. Sabato, decine di persone hanno tenuto una veglia proprio contro l’operato di queste pattuglie di estrema destra.

Ancora muri

La Germania ha di stanza altri 800 agenti di polizia al confine polacco per controllare il flusso di migranti che cercano di entrare nell’Unione europea dalla Bielorussia, spiega il ministro degli interni. «Centinaia di ufficiali sono attualmente in servizio lì giorno e notte. Se necessario, sono pronto a rafforzarli ulteriormente», spiega Horst Seehofer al quotidiano Bild am Sonntag. Nel 2021, aggiunge, ci sono già stati 6.162 ingressi non autorizzati in Germania dalla Bielorussia e dalla Polonia. Quasi 2 mila ingressi dalla Bielorussia – 1.922 – sono stati registrati dal primo al 20 ottobre: persone provenienti da Iraq, Iran, Siria e Yemen.

Il parlamento polacco ha autorizzato la costruzione di un muro di 187 chilometri lungo il confine con la Bielorussia. E l’esecutivo ultraconservatore è in prima fila insieme ad altri 11 Paesi europei nella richiesta alla Commissione europea di muri contro i migranti su tutte le frontiere esterne. Il muro polacco ha ricevuto anche la benedizione del ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer, ovvero l’ala più intransigente in tema immigrazione del governo uscente.

La scorsa settimana, Seehofer ha affermato che la Germania non intende chiudere il confine con la Polonia, ma domenica ha affermato che il Paese potrebbe dover considerare di reintrodurre i controlli. «Se la situazione al confine tedesco-polacco non si attenuerà, dovremo anche considerare se questo passo debba essere fatto in coordinamento con la Polonia e lo stato del Brandeburgo». Con il prossimo governo. I tre partiti tedeschi che lavorano per formare un governo di coalizione affermano di voler concludere i colloqui entro la fine di novembre e di eleggere il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz a dicembre.

La rotta migratoria

Da qui viene alimentata la rotta migratoria dall’Asia, con la Bielorussia che fa passare i profughi: tanti provengono dall’Afghanistan. Molti stati dell’Unione accusano Minsk di aver inviato migranti illegali attraverso il confine per fare pressione dopo le sanzioni alla Bielorussia seguite alla contestata rielezione del presidente Alexander Lukashenko nell’agosto 2020. Lukashenko nega e incolpa l’Occidente per quella che dice essere una catastrofe umanitaria incombente, con l’inverno in arrivo e i migranti bloccati al confine tra Bielorussia e Polonia.

In copertina Wikimedia Commonsi| Confine tra Polonia e Bielorussia.

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