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La Comunità dei Dodici Raggi: i neonazisti di Milano che dicono che i vaccini sono armi genetiche

comunità 12 raggi no green pass vaccini milano
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Il loro leader Alessandro Limido è tra i denunciati per il corteo di sabato scorso. Altri hanno ricevuto il foglio di via. Chi sono i neonazisti No Green pass di Milano

Il loro leader, Alessandro Limido, è tra i denunciati per il corteo di sabato scorso a Milano. Ma secondo la Comunità Militante dei Dodici Raggi le denunce sono due e i fermati tra i loro militanti nove. Tutti espulsi dal capoluogo meneghino con foglio di via «colpevoli di aver intonato una canzone della Repubblica Sociale Italiana, quando, terminata la manifestazione e ben lontano da quel che restava dei partecipanti, rientravano per vie secondarie e da soli verso le macchine parcheggiate». Uno di Bergamo, gli altri di Varese. E sul loro sito internet riguardo la pandemia del Coronavirus hanno idee inequivocabili: «Tutti questi vaccinati, tutti questi del “La vaccinazione è una scelta personale” ci sanno dire l’eredità genetica che lasceranno alle generazioni future? Perché finché continuerete a chiamarli vaccini, ci fate sorridere per la vostra fanciullesca stupidità, ma nella realtà queste sono armi, armi genetiche per una guerra contro l’Eugenetica».

I neonazisti No vax e No Green pass di Milano sono noti alla procura e alla polizia almeno dal 2017. All’epoca fu un’inchiesta coordinata dalla Procura di Busto Arsizio in provincia di Varese accese i riflettori su di loro. L’ipotesi di reato è quella classica: ricostituzione del partito fascista. Decine di indagati nell’associazione “culturale” di estrema destra che era stata costituita qualche anno prima dalla fusione di due gruppi di tifosi, gli Ultras 7 Laghi e gli skinhead di Varese. Per un totale di 300 simpatizzanti, si stimava all’epoca, e una sede, quella di Caimate a Sumirago, chiusa proprio quell’anno. Tra le attività che hanno fatto parlare del gruppo sulle cronache la festa per il compleanno di Hitler e le intimidazioni al giornalista Paolo Berizzi di Repubblica.

Il loro leader, figlio del calciatore della Juventus Bruno Limido, in alcune interviste pubblicate su testate locali addirittura confermava di voler ricostituire il partito fascista: «Magari! Il problema è che non abbiamo i numeri per farlo». I Do.Ra. usano come simbolo i dodici raggi del castello tedesco dove avevano sede le SS naziste. Nel 2018 la sindaca leghista di Gazzara Schianno Cristina Bertuletti ha però concesso proprio a loro la sala comunale per presentare il libro Sangue senza valore, nel quale Limido ricostruiva presunte “violenze partigiane” nel Varesotto. Oggi puntano su obiettivi di propaganda diversi. La Stampa segnala che in un articolo apparso sul loro sito uno dei membri del Comitato Direttivo – Enrico Labanca – ha spiegato perché a suo parere «vaccinarsi non è una scelta personale». «Senza essere fraintesi è indiscutibile che è più naturale una dose di eroina e un bambino meticcio di un individuo che si è sottoposto al più grande esperimento della Storia dell’umanità»

Il compleanno di Hitler

In questi anni quelli della Do.Ra. sono finiti agli onori delle cronache perché il 20 aprile festeggiano il compleanno di Adolf Hitler. Di solito con un concerto di musica nazirock insieme ai Varese Skinhead, che invece esistono dal 1993. E non solo. Tra le loro celebrazioni, ha raccontato qualche tempo fa Repubblica, c’è un altro rito: la salita al sacrario di Duno. Ovvero il luogo in cui si svolse la battaglia partigiana del San Martino. Dove loro tifano per i martiri tedeschi. Negli anni successivi hanno fatto parlare di loro per le ronde anti-immigrati (con il classico slogan «Varese ai Varesini»), e per la petizione per mettere fuorilegge l’Anpi. Una raccolta firme lanciata sul web in cui si chiedeva «che l’Anpi sia chiusa fino all’ultima sezione e che vengano processati per crimini di guerra tutti i Partigiani ancora in vita». Ora toccherà a loro.

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