Così il Green pass si diffonde in Europa: tutti i paesi che seguono il Modello Italia
C’è la Gran Bretagna che va verso l’obbligo di vaccino per i sanitari. E dove il governo Johnson ha un piano B per fermare la ripresa dei contagi e dei morti dopo la revoca delle restrizioni. C’è l’Austria che richiede la Certificazione Verde Covid-19 per lavorare e pensa addirittura a un lockdown esclusivamente per i non vaccinati. E poi c’è il resto d’Europa, dove il Green pass si diffonde in forme diverse ma seguendo quel Modello Italia che da noi invece è molto criticato. Quando non si torna direttamente in lockdown (Lettonia) o si istituisce di nuovo il coprifuoco (Romania). Oppure diventa obbligatorio persino nella Russia di Putin (succede a San Pietroburgo) o nel vicino Marocco.
I paesi dove la Certificazione Verde Covid-19 è obbligatoria
La prima nazione del Vecchio Continente a istituire il Green pass è stata la Francia. La decisione del governo Macron, che riguardava all’epoca solo ristoranti e trasporti, fece balzare di colpo il numero dei vaccinati, risale allo scorso luglio. E ha scatenato proteste in tutto il Paese. Oggi il Pass è richiesto ai dipendenti di cinema, musei, palestre, ristoranti, centri commerciali oltre che nei trasporti a lunga percorrenza. E la proposta di eliminarlo a metà novembre è stata respinta dal ministro della Salute Olivier Véran. In Germania il Green pass serve per frequentare locali pubblici e privati comprese le discoteche, mentre non è obbligatorio sul lavoro. I due paesi hanno comunque istituito l’obbligo vaccinale per i sanitari. In Spagna non c’è l’obbligo ma la certificazione può essere richiesta dai datori di lavoro e a livello regionale per accedere ad alcune attività. Anche il governo olandese valuta il ritorno delle restrizioni dopo la ripresa dei contagi.
La Grecia ha istituito da settembre il pass obbligatorio per bar e ristoranti, treni a lunga percorrenza e teatri. Chi lavora è obbligato a un doppio tampone a proprie spese. Anche qui è in vigore l’obbligo per il personale sanitario. In Norvegia e Svezia, ricorda oggi La Stampa, ci sono restrizioni decise a livello locale o limitate, per esempio, a cinema e musei. Nell’est, invece, la situazione è difficile. La Romania, penultimo paese d’Europa per vaccinazioni, ha introdotto il coprifuoco. La Bulgaria, ultima, ha introdotto l’obbligo di certificato per accedere ai locali al chiuso (escluse le farmacie e gli alimentari) tra le proteste dei cittadini. Infine c’è la Russia. Dove il governo ha deciso di chiudere scuole, negozi, bar, ristoranti e stadi. I teatri e i musei hanno il limite del 50% e l’uso di Green pass e mascherine. A Mosca chi ha più di 60 anni e non è vaccinato deve restare a casa.
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