Nicola ‘Naomo’ Lodi: il vicesindaco di Ferrara rischia il processo per il video di una rissa
Non finiscono i guai per il vicesindaco leghista di Ferrara, Nicola ‘Naomo’ Lodi, che tanto ha fatto parlare di sé, tra l’altro, per alcune intemerate a favore di telecamera. Lodi dovrà infatti rispondere del reato di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio: l’udienza davanti al gup è prevista per il prossimo 17 novembre. Lodi ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il video delle telecamere di sorveglianza del Comune posizionate davanti al D-Verso, locale chiuso più volte dalla Questura per motivi di ordine pubblico. Le immagini rimandavano una rissa fuori dal locale di via Modena. Lodi, vicesindaco con deleghe alla Sicurezza, il 17 ottobre del 2019 aveva pubblicato un estratto di quelle immagini sul social: il momento di un pestaggio. Anzi, «due donne selvaggiamente picchiate da diversi energumeni nigeriani», scriveva Lodi a corredo. «Quando vedo queste scene mi sembra di essere a Lagos, e invece siamo a Ferrara. Tutti questi anni di accoglienza sfrenata senza controlli, anni di percezioni, anni dove la precedente amministrazione ha deriso i suoi residenti e questo è il risultato! Non possiamo più tollerare una simile violenza. Queste bestie non devono più avere spazio nella nostra città!».
La versione della procura
Ora la procura sostiene che quelle immagini non andassero diffuse con l’intento di propaganda politica utilizzato da Lodi, pubblico ufficiale, ma dovevano essere lasciate a disposizione delle indagini portate avanti dall’autorità di pubblica sicurezza. Sulla vicenda Lodi è stato indagato a luglio: lì aveva spiegato che la sua era stata una forma di comunicazione istituzionale. Ma il pm Ciro Alberto Savino, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio. Non è il primo guaio giudiziario che vede protagonista il vicesindaco leghista. È accusato anche di abuso d’ufficio in merito allo sgombero del campo nomadi di via delle Bonifiche di due anni fa – quello del video cancellato – la prima operazione della nuova amministrazione a trazione leghista guidata da Alan Fabbri. Lodi avrebbe affidato l’intervento con la ruspa a una ditta senza bandi o gare. Lodi è anche indagato per concussione per le pressioni che avrebbe fatto sul presidente della cooperativa sociale Cidas, Daniele Bertarelli: gli aveva chiesto di allontanare dal posto di lavoro, l’ospedale di Cona, un lavoratore che aveva dato a Lodi – in pubblico e sui social – dell’idiota. Dovrà rispondere anche di diffamazione aggravata per una vicenda che coinvolge un paziente psichiatrico.