Il missile con cui i neonazisti volevano uccidere Salvini? Il giudice archivia: è solo un «bizzarro oggetto da arredo – Il video
Era luglio 2019 quando, grazie a un’operazione antiterrorismo nel nord Italia, veniva ritrovato un vero e proprio arsenale da guerra, dalle pistole ai fucili d’assalto automatici fino a un missile aria-aria. L’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva fatto sapere che quel missile lo avrebbe potuto «uccidere», anche se la stessa procura di Torino che aveva aperto l’indagine non trovava riscontri in quel piano criminale. Di quel piano però Salvini si diceva certo, dopo una presunta soffiata di un ex agente del Kgb che avrebbe parlato delle intenzioni di uccidere il ministro leghista da parte di nazionalisti ucraini in collaborazione con i neonazisti italiani. «L’ho segnalata io – diceva all’epoca Salvini – Era una delle tante minacce di morte che mi arrivavano ogni giorno […] I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l’arsenale di qualche demente». All’epoca la procura di Torino aveva arrestato tre persone, oltre a quell’arsenale di armi da guerra. Oggi il gip di Milano Roberto Crepaldi ha archiviato l’inchiesta sui gruppi di estrema destra. In più ha definitivamente declassato il missile, che secondo il giudice «forse è un bizzarro complemento d’arredo».
Foto in copertina: MATTEO SALVINI | FACEBOOK
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