Pensioni, Draghi ai sindacati: verso il rinvio su Quota 102. L’idea della Lega: stop al lavoro dopo 41 anni di contributi
C’erano le pensioni sul tavolo dell’incontro tra governo e sindacato iniziato oggi, 26 ottobre, alle ore 18, e finito intorno alle 20. E il clima era teso, ai limiti del braccio di ferro. Il premier Mario Draghi ha incontrato i segretari delle sigle Cgil, Cisl e Uil per un confronto sulla riforma, necessaria a seguito dell’intenzione dichiarata dal presidente del Consiglio di smantellare progressivamente Quota 100. Ma le parti hanno chiuso la serata con un nulla di fatto: le posizioni, al momento, restano distanti e l’intesa sembra difficile. Secondo le informazioni trapelate dal vertice, Draghi non avrebbe fatto riferimento all’ipotesi di una Quota 102 (la misura di transizione ipotizzata per smantellare progressivamente la riforma voluta dalla Lega). I sindacati si oppongono sia a un regime delle Quote, sia alla reintroduzione della Fornero, chiedendo che sia data la possibilità ai lavoratori di scegliere di andare in pensione dopo i 62 anni o con 41 anni di contributi. L’opzione, quella della pensione dopo i 41 anni di contributi, è sostenuta anche dalla Lega, le cui fonti lo hanno ribadito durante i minuti del vertice. Luigi Sbarra, segretario nazionale Cisl, aveva anticipato l’incontro dichiarando che, qualora le loro proposte o indicazioni vengano ignorate, allora gli scioperi saranno inevitabili. Intanto con la legge di bilancio dovrebbe arrivare anche la proroga di Opzione Donna e l’estensione dell’Ape social ad altre categorie di lavoratori gravosi. Il ripristino dello strumento per l’anticipo della pensione delle donne e l’ampliamento dell’Ape social sono tra le proposte del ministro del Lavoro Andrea Orlando, sostenute dalla gran parte dei partiti della maggioranza.
Bombardieri: «L’incontro non è andato bene»
il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri – che ha smentito che ci sarà un secondo incontro domani, 27 ottobre – ha commentato al termine dell’incontro che il vertice «non è andato bene». «Sulle pensioni ci sono solo 600 milioni. Non ci sono risposte sulla riforma complessiva necessaria. Il sindacato valuterà nei prossimi giorni forme e strumenti di mobilitazione per fare scelte adeguate».
La posizione di Landini
Poco prima del vertice a Palazzo Chigi, Maurizio Landini aveva ribadito le sue posizioni in un videomessaggio inviato nel pomeriggio alle celebrazioni del 120/o anniversario della nascita della Camera del Lavoro di Reggio Emilia. «Occorre garantire una pensione futura ai giovani, ma anche un sistema che riconosca le differenze delle donne e riconosca i lavori gravosi», ha detto. «Che dia una pensione dignitosa e di permettere anche quando uscire. Se ciò non dovesse avvenire, dobbiamo mettere in campo tutte le azioni necessarie di mobilitazione per arrivare a questi risultati»
Immagine di copertina: ANSA/CLAUDIO PERI
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