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Eitan, il giudice dispone la sorveglianza per gli incontri con i nonni materni

27 Ottobre 2021 - 21:18 Redazione
eitan biran
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Il tribunale ha accolto «le preoccupazioni» della zia paterna sulle visite con la famiglia Peleg. Il piccolo, l'unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, al momento non può comunque tornare in Italia

Il tribunale israeliano, su richiesta della tutrice di Eitan, ovvero della zia paterna Aya, «ha ordinato che venga negoziato un nuovo accordo che preveda la sorveglianza di terza parte per le visite di Eitan alla famiglia Peleg», quindi quella dei nonni materni. Lo scrive l’Ansa, citando i legali italiani della zia paterna Aya, gli avvocati Grazia Cesaro e Cristina Pagni. I legali hanno parlato in merito alle accuse, «apparse ieri sulla stampa» e rivolte alla zia paterna, di «non rispettare gli accordi di alternanza nella custodia del minore», dopo la sentenza di due giorni fa che ha dato ragione alla zia riconoscendo, di fatto, la sottrazione del minore (unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone).

Cosa è successo

I Peleg (dunque i nonni materni) avrebbero riferito al tribunale israeliano che l’accordo iniziale, che prevedeva una permanenza del bambino di tre giorni tra Aya e il nonno Peleg, non sarebbe stato rispettato. La zia paterna, infatti, avrebbe dovuto riportare il piccolo al nonno ma non lo avrebbe più fatto. Non avrebbe più risposto nemmeno al telefono, nonostante i ripetuti solleciti. La stessa Aya si è difesa in tribunale sostenendo di aver deciso di tenere con sé il nipote, anche dopo la sentenza, perché non si fidava più dei nonni materni, gli stessi che lo hanno portato via da Pavia l’11 settembre scorso. Da qui la decisione del giudice secondo cui potranno esserci incontri tra il bimbo e la famiglia Peleg solo una supervisione esterna. Comunque, la zia paterna Aya, al momento, non può tornare in Italia col nipote perché deve attendere prima l’eventuale ricorso contro il verdetto con la possibilità, tra l’altro, che Peleg chieda, intanto, la sospensione dell’esecutività della decisione. Insomma, il piccolo rimane ancora conteso dalle due famiglie.

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