Milano, le voci del flashmob per Zan: «Gli applausi al Senato? Come i bulli quando eravamo piccoli» – Il video
Il presidio è durato meno di un’ora. Qualche intervento da un palco allestito da Radio Popolare, qualche coro e diversi striscioni. Ma è bastato per cogliere tutta l’amarezza di chi fino a oggi ha sostenuto il ddl Zan. A Milano davanti all’Arco della Pace migliaia di attivisti si sono radunati a partire dalle 19 per manifestare la loro rabbia per la bocciatura della prima legge contro l’omotransfobia in Italia. Il gesto più simbolico è stato verso le 20. Tutti con gli smartphone accessi verso il cielo, in silenzio. Tutti seduti per terra per dimostrare di essere stanchi dopo tutto il tempo che è stato necessario per portare il disegno di legge firmato da Alessandro Zan al Senato. E poi un coro, fatto solo dalle voci degli attivisti: «We shall overcome, some day». Noi riusciremo a farcela, un giorno. Pietro è un ragazzo di 26 anni, non binary. Mentre parla di quello che è successo in Senato è disgustato: «Sembravano dei flashback per me, agli atteggiamenti dei ragazzini che ti bullizzano quando sei piccolo». L’applauso che è scoppiato tra i banchi del centrodestra è una delle cose che hanno dato più fastidio a chi ha sostenuto questo ddl. Lo ricorda anche Michele Albiani, neo eletto al consiglio comunale di Milano tra le liste del Pd: «Mi ha ricordato una scena di Star Wars: “La libertà muore sotto scroscianti applausi”. I senatori e le senatrici hanno goduto per aver negato il diritto alle persone di esprimere quello che sono senza paura di venire uccisi».
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