Medicane: cos’è il ciclone che colpirà Sicilia e Calabria e come Catania si prepara all’allerta meteo
Tra la serata di oggi e martedì in Sicilia sud orientale è atteso l’impatto del ciclone tropicale Medicane. Nell’area del Catanese in particolare, dove stamattina è stato ritrovato il corpo di Angela Caniglia, la 61enne data per dispersa nel nubifragio di quattro giorni fa, l’allerta è massima. Medicane – parola che deriva dalla fusione dei termini “Mediterranean” e “Hurricane” – è un fenomeno meteorologico del mar Mediterraneo con caratteristiche simili a quelli tropicali. Tra cui venti a 120 chilometri all’ora e onde di 4-5 metri che potrebbero infrangersi sulle coste di Sicilia e Calabria. In Italia l’ultimo fenomeno simile è stato il ciclone Numa che nel 2017 ha lambito le coste del basso Salento. Nel settembre 2020 il medicane Lanos colpì le coste della Grecia con venti a 180 km/h.
Secondo i meteorologi il ciclone dovrebbe muoversi a partire dal pomeriggio verso nord arrivando, tra la sera di oggi e la mattina di venerdì sulle coste orientali di Sicilia Orientale e Calabria ionica. Gianmaria Sannino, climatologo presso l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), ha detto ieri all’agenzia di stampa Agi che «Ci attendiamo mareggiate importanti nella Sicilia sudorientale. Con piogge e onde significative, che potrebbero superare gli otto metri di altezza al largo delle coste siciliane e maltesi. Ci aspettiamo che tra il 28 e il 29 ottobre il medicane si sposterà verso est colpendo la Grecia. Di medicanes nel Mediterraneo se ne formano in media nell’anno uno, due e questa è la stagione tipica per la formazione di questi oggetti meteorologici».
Chiusi uffici pubblici e scuole
A Catania già a partire da oggi le scuole e tutti gli uffici pubblici rimarranno chiusi per l’ordinanza del sindaco Salvo Pogliese. Serrande giù anche per gli esercizi commerciali non essenziali. Il bollettino della Protezione civile indica allerta arancione, rossa per dopodomani. La Giunta Musumeci convocata in seduta straordinaria e urgente proprio nella sede di Catania ha deliberato lo stato di emergenza regionale, atto propedeutico per chiedere al governo centrale il riconoscimento dello stato di calamità nazionale. Il governatore ha anche chiesto a Roma una legge speciale con una dotazione di almeno di tre miliardi per contrastare il rischio idrogeologico e le frane provocate proprio dagli eventi ambientali.
Costa orientale in stato di allerta
A Scordia militari e mezzi dell’esercito sono impegnati nella messa in sicurezza della zona. Pogliese ha spiegato oggi all’edizione palermitana di Repubblica come la città si sta preparando all’impatto del ciclone: «Abbiamo aperto le porte del palazzetto dello sport di piazza Spedini che già hanno accolto gli sfollati del villaggio di Ippocampo, erano una sessantina, ma successivamente hanno trovato una sistemazione a casa di familiari. Con la Croce Rossa abbiamo accolto all’interno del palazzetto i tanti senza fissa dimora che vivono sulle strade della città. Siamo andati a prenderli di notte e li abbiamo messi al riparo all’interno della struttura».
Si attendono misure simile a quelle di Catania anche nel Messinese, nel Siracusano e nel Ragusano. Tutta la costa orientale dell’isola è in stato di allerta. «Noi siamo pronti – ha spiegato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio -. Si sta facendo il possibile, vediamo cosa succederà domani e dopodomani e verificheremo. C’è un Centro coordinamento soccorsi attivo, coordinato dal prefetto, con funzioni di monitoraggio territoriale. C’è una mobilitazione nazionale, anche con il direttore dell’emergenza dei vigili del fuoco ha già disposto l’invio di squadre da altre regioni. Il direttore regionale della Protezione civile si riserverà di chiamare altre forme di volontariato».
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