Lo chef Alessio Madeddu ucciso e sfregiato a colpi d’ascia: la confessione del panettiere Angelo Brancasi
Alessio Madeddu è stato prima bastonato a sangue, poi finito a colpi d’accetta e infine sfregiato a coltellate. E un panettiere di Sant’Anna Arresi, Angelo Brancasi, avrebbe confessato l’omicidio sostenendo di averlo ucciso per “motivi passionali”. Brancasi, difeso dall’avvocato Roberto Zenda, è stato trasferito nel carcere di Uta. Secondo l’Unione Sarda Brancasi lo avrebbe prima attirato fuori dalla dependance in cui Madeddu era ai domiciliari. Poi lo avrebbe ferito lungo il vialetto. Infine lo avrebbe ucciso. La vittima ha cercato di scappare verso casa inutilmente. Brancasi, 43 anni, originario di Erice, avrebbe ucciso lo chef perché geloso della moglie che lavorava al ristorante e con la quale la vittima avrebbe avuto una relazione clandestina. Il corpo si trovava davanti al suo locale “Ittiturismo Sabor ‘e Mari” in località Porto Budello a Teulada in provincia di Cagliari ed è stato scoperto dalla figlia Alessia. Un omicidio che è sembrato a chi indaga una spedizione punitiva, mentre ieri sera alcuni sospettati erano stati portati in caserma. L’indagine è coordinata dalla pubblica ministera Rita Cariello. Ovvero la stessa pm che lo fece condannare a sei anni e otto mesi di prigione per aver aggredito una pattuglia dei carabinieri con una ruspa per ritorsione dopo un alcoltest.
La confessione
Il panettiere nel pomeriggio di ieri è stato convocato in caserma a Teulada. In serata ha ricevuto l’avviso di garanzia e ha ricevuto la nomina di un avvocato d’uffucio. Brancasi, interrogato dai carabinieri e dal pm, ha confessato in serata. L’omicidio è avvenuto intorno alle 22. Il panettiere ha raggiunto Porto Budello con l’auto e ha bussato alla porta del ristorante. I due hanno iniziato a litigare. A quel punto Brancasi ha tirato fuori il coltello e ha colpito Madeddu, che ha provato a difendersi usando l’accetta. Le tracce di sangue trovate sul posto, che avevano portato inizialmente a pensare all’opera di un gruppo di persone, confermano la ricostruzione. Il panettiere sarebbe anche salito a bordo della propria auto, travolgendo lo chef che, per difendersi, gli ha lanciato contro una pietra, sfondando uno dei vetri. Alla fine è crollato a terra. Brancasi è fuggito a tutta velocità dalla zona, lasciando sull’asfalto i segni dei pneumatici e il copri cerchioni dell’auto. Alcune fasi del delitto sono state riprese dalle telecamere che hanno consentito ai carabinieri di individuare il 43enne. Nel pomeriggio è stato rintracciato e portato in caserma. L’auto è stata sequestrata.
La morte violenta del concorrente di “4 ristoranti”
Secondo quanto racconta oggi il Corriere della Sera il corpo è stato scoperto dopo le 9 di mattina mentre l’omicidio risale a qualche ora prima. Probabilmente all’alba Madeddu era già morto. Le prime risultanze delle indagini dicono che lo chef ha cercato di difendersi e forse ha ferito qualcuno dei suoi aggressori. I carabinieri del Ris hanno repertato tutte le tracce presenti sulla scena del crimine. Nessun testimone si è fatto avanti mentre nella zona non ci sono telecamere di sorveglianza. Il quotidiano aggiunge che nelle prossime ore è previsto almeno un fermo. Il ristorante di Madeddu si trova fra la marina di Teulada e il villaggio turistico Nuraghe, che in questo periodo è disabitato. Il locale Sabor ‘e Mari è stato gestito per anni dal padre e dalla sorella. Lui di mestiere faceva il pescatore ed era specializzato in calamari e totani. Madeddu aveva perso la sfida di “4 ristoranti” e aveva adombrato un complotto dietro il responso dei giudici: «Meritavo di vincere, sono deluso», aveva confidato agli amici.
Lo chef portava una bandana che serviva a coprire la calvizie. Era agli arresti domiciliari dal marzo scorso, dopo la condanna a sei anni e otto mesi. Aveva prima trascorso cinque mesi in carcere a Uta e dopo la sentenza di primo grado era agli arresti domiciliari nella casa che è collegata al ristorante. All’epoca finì fuori strada con un furgone e rifiutò di consegnare i documenti ai carabinieri e di fare l’alcoltest. Quando l’ufficiale gli notificò il ritiro della patente sibilò: «La pagherete». Poi ritornò con una ruspa e cercò di travolgere la jeep dei militari. I mesi di carcere sono oggi sotto la lente degli investigatori: forse proprio qualcuno che ha conosciuto in prigione potrebbe essere coinvolto nell’omicidio.
Madeddu e il Green pass
Il suo ristorante era apprezzato su Tripadvisor anche se negli ultimi tempi gli avventori non risparmiavano critiche soprattutto a causa del Green pass. In alcune recensioni si racconta che il ristorante non accettava il bancomat e i pagamenti con Pos mentre un cartello all’ingresso del locale avvertiva che non si richiedeva la Certificazione Verde Covid-19 per sedersi ai tavoli interni. E a chi gliene chiedeva il motivo rispondeva «qui ci troviamo in un’altra Repubblica». L’Arma ha ritrovato l’accetta usata per ucciderla e gli specialisti hanno individuato anche numerose tracce di sangue lungo la stradina che conduce all’ingresso del ristorante. Ritrovata anche la copertura del cerchio di un’auto forse usata dagli assassini e perso durante la fuga. Il legale che lo ha difeso durante il processo per l’aggressione ai carabinieri non si sbilancia: «Lo avevo sentito due giorni fa – racconta all’agenzia di stampa Ansa l’avvocato Gianfranco Trullu – era tranquillo, stava lavorando, ci stavamo preparando per l’appello. Questa mattina mi ha chiamato la figlia mentre ero in tribunale e mi ha detto cosa era accaduto».