È degli Eugenio il primo concerto in Italia con il 100% del pubblico, in piedi e senza distanziamento – Il video
Non sarà un palazzetto dello sport, uno stadio con decine di migliaia di spettatori sugli spalti, ma il teatro Concordia di Venaria, con il pubblico a cantare, dietro la mascherina, le canzoni degli Eugenio in Via Di Gioia, è il simbolo della rinascita della musica dal vivo. Il 28 ottobre, la band torinese è stata la prima in Italia a tenere un concerto con capienza al 100% nell’era Covid. Gli spettatori, in piedi e senza distanziamento, hanno potuto assistere allo spettacolo dopo il controllo della temperatura e l’esibizione del Green pass. «È questa di nuovo la felicità?», si chiede, retoricamente, il batterista del gruppo Paolo Di Gioia, postando una foto del concerto su Instagram. «Ci auguriamo che possa essere un bel segnale, adesso non ha più senso attendere, serve tornare nei club a lavorare e rincontrarsi», dicono gli Eugenio a conclusione dello show.
«Ci auguriamo che le istituzioni facciano di tutto per sostenere e valorizzare questo settore, c’è ancora tanto lavoro da fare per dare risposte puntuali e vita ad una riforma che negli scorsi due anni è stata chiesta a gran voce. Dobbiamo rifrequentare gli spazi di cultura e dare la possibilità a tutto il settore di lavorare a pieno regime e in sicurezza, abbiamo curato il corpo, ma adesso il nostro spirito ha bisogno di esplorare e cercare la bellezza». Se le fotografie del concerto degli Eugenio sembrano ossigeno per il settore della musica dal vivo, in concomitanza del loro evento c’è chi ha dovuto annullare il proprio spettacolo, lamentando una disparità di trattamento, un cortocircuito nel calcolo delle capienze consentite.
L’Unipol Arena di Bologna, il secondo palazzetto più grande d’Italia, ha cancellato l’evento Random – Una festa a caso spiegando che «a causa della poca chiarezza con cui è stata scritta una norma e la sua interpretabilità, ci ritroviamo con una capienza consentita di 200 persone anziché quella di 6.000, ovvero il 60% della capienza del parterre». La denuncia, mossa dall’account ufficiale dell’arena, è rivolta al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, reo di aver annunciato la ripresa di «tutta la cultura» lo scorso 11 ottobre. «Ne è proprio sicuro? – domandano dall’Unipol Arena -. Le stesse norme che consentono di assistere a un concerto al 100% in un teatro, cinema o discoteca, sono invece discriminanti nei confronti di un palasport. Dopo quasi due anni di pandemia, ci viene nuovamente negato il diritto sacrosanto al lavoro». Firmato, «le 300 persone che avrebbero dovuto lavorare» all’evento.
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