Il G20 verso il bluff sul clima: dalla bozza sparisce la scadenza sul 2050. Contro l’inquinamento solo impegni vaghi
Nessuna tabella di marcia e nessuna data di scadenza. Sono solo intenzioni e buoni propositi quelli che vengono confermati – per ora – durante i lavori al G20 in corso a Roma. Resta ancora una volta confermata l’intenzione di contenere e limitare il riscaldamento globale, tenendosi dentro un aumento massimo della temperatura che non sfori il grado e mezzo, come deciso dall’accordo di Parigi. Ma nessun impegno stringente è stato per il momento preso e siglato dai 20 leader, rendendo di fatto impossibili i meccanismi di controllo sulle semplici intenzioni, senza deadline precise. La linea intrapresa sulla crisi climatica nel corso del weekend romano trapela da una bozza del comunicato finale riportata da Reuters e confermata da fonti Ue. «Rimaniamo impegnati nell’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5» con «azioni significative ed efficaci» dei Paesi. Quali siano le azioni efficaci e come misurarle resta per ora un’incognita.
Peraltro, a differenza della bozza precedente dello stesso documento, non viene menzionata la necessità di «azioni immediate» e non c’è un riferimento all’obiettivo di «emissioni zero entro il 2050». Questa dicitura è stata sostituita con un generico «entro la metà del secolo». Allo stesso tempo però fonti di Palazzo Chigi interpellate a proposito di questa bozza, intorno alla quale c’è già un generale chiacchiericcio visti gli impegni vaghi sul clima, hanno fatto sapere che «le bozze finora trapelate sono versioni preliminari: gli sherpa sono al lavoro e continueranno per tutta la notte la loro sessione». Si attendono dunque degli aggiustamenti nelle prossime ore o nella mattinata di domenica. Nel frattempo, i leader di Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno espresso la loro «crescente e viva preoccupazione» a proposito del nucleare iraniano.
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