G20, Draghi striglia i leader del mondo sul contrasto al Covid: «Differenze su vaccini moralmente inaccettabili»
Roma, ore 10 del 30 ottobre. Alla Nuvola dell’Eur ha preso il via il vertice del G20. Ad accogliere i leader provenienti da tutto il mondo è stato il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi. Dopo la cerimonia di benvenuto e la tradizionale foto di gruppo, inizieranno i lavori veri e propri. La prima sessione ha come titolo «Economia e salute globale». Poi, alle 15, è in programma l’incontro «Sostenere le pmi e le imprese femminili per crescere meglio», mentre in serata – ore 19 – è previsto un evento culturale alle Terme di Diocleziano. Senza troppe problematiche, è stato sgomberato il sit-in degli attivisti del Climate camp, in via Cristoforo Colombo, poco distante dalla zona di massima sicurezza dell’Eur. In leggero ritardo sulla tabella di marcia, l’ultimo ad arrivare all’Eur è stato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Alle 11.45 – era prevista un quarto d’ora prima – è stata scattata la foto di gruppo.
Nel fare gli onori di casa, dopo aver accolto singolarmente i partecipanti arrivati alla spicciolata, Draghi ha tenuto il discorso inaugurale. Alle sue spalle, i ministri Daniele Franco e Luigi Di Maio. «È un piacere – ha esordito il presidente del Consiglio italiano – darvi il benvenuto a Roma. Prima di tutto vorrei dire che è bello vedervi tutti qui dopo degli anni difficili per la comunità globale. La pandemia ci ha divisi, così come ha fatto con tutti i nostri cittadini. Anche prima, siamo stati divisi dal nazionalismo, dal protezionismo e dall’unilateralismo. Ma più andiamo avanti con le nostre sfide, più è chiaro che il multilateralismo è l’unica risposta possibile ai problemi che abbiamo oggi, dalla pandemia, al cambiamento climatico, a una tassazione più giusta. Dobbiamo fare il possibile per superare le nostre differenze. E dobbiamo riscoprire lo spirito che ci ha portato alla creazione del gruppo del G20».
Trovare delle soluzioni, da soli, alle questioni più urgenti di oggi, per Draghi «semplicemente non è un’opzione possibile». Perciò, ha ribadito il premier, è indispensabile «fare tutto quello che possiamo per superare le nostre differenze». Sul Covid, la prima delle problematiche globali che Draghi ha evidenziato nel suo discorso, dopo gli elogi per le «campagne vaccinali di successo» e i «piani di ripresa economica che danno impulso alla crescita, riducono le disuguaglianze e promuovono la sostenibilità», il presidente del Consiglio ha rimproverato l’egoismo della parte del mondo economicamente più avanzata. «La pandemia non è finita e ci sono disparità sconvolgenti nella distribuzione globale dei vaccini. Nei Paesi ad alto reddito, oltre il 70% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Nei Paesi più poveri, questa percentuale crolla a circa il 3%».
«Queste differenze – ha aggiunto – sono moralmente inaccettabili, e minano la ripresa globale. Siamo molto vicini a raggiungere l’obiettivo posto dall’Oms di vaccinare il 40% della popolazione globale entro la fine del 2021. Ora dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per raggiungere il 70% entro la metà del 2022». L’invito di Draghi è stato quello di continuare a investire in ricerca, eliminare le barriere commerciali che riguardano i vaccini e migliorare le capacità produttive a livello locale. «Il Global Health Summit di Roma ha visto Paesi e aziende impegnarsi generosamente per fornire vaccini ai Paesi più poveri: dobbiamo essere sicuri di onorare le promesse». Un breve accenno, poi, l’ha fatto sul sistema di imposte per le multinazionali – «abbiamo raggiunto un accordo storico per una tassazione internazionale più equa ed efficace» -, mentre, oltre a una breve citazione nella parte introduttiva, il premier non è tornato sul tema del cambiamento climatico.
Il discorso integrale
«Cari colleghi,
è un piacere darvi il benvenuto oggi a Roma per questo Vertice del G20. Innanzitutto, vorrei dire che è splendido vedervi tutti qui, dopo alcuni anni difficili per la comunità globale. Abbiamo affrontato il protezionismo, l’unilateralismo, il nazionalismo. La pandemia ci ha tenuti distanti – e lo ha fatto con tutti i nostri cittadini. Ma non dobbiamo fare errori. Il multilateralismo è la migliore risposta ai problemi che affrontiamo oggi. Per molti versi, è l’unica soluzione possibile. Dalla pandemia, al cambiamento climatico, a una tassazione giusta ed equa, fare tutto questo da soli, semplicemente, non è un’opzione possibile. Dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per superare le nostre differenze. E dobbiamo riaccendere lo spirito che ci ha portati alla creazione e al rafforzamento di questo consesso. A circa due anni dall’inizio della pandemia, possiamo finalmente guardare al futuro con più ottimismo. Campagne vaccinali di successo e azioni coordinate da parte dei governi e delle banche centrali hanno permesso la ripresa dell’economia globale. Molti dei nostri Paesi hanno lanciato dei piani di ripresa per dare impulso alla crescita, ridurre le diseguaglianze, promuovere la sostenibilità. Insieme, stiamo costruendo un nuovo modello economico, e tutto il mondo ne beneficerà. Tuttavia, dobbiamo stare attenti alle sfide che affrontiamo collettivamente. La pandemia non è finita e ci sono disparità sconvolgenti nella distribuzione globale dei vaccini. Nei Paesi ad alto reddito, oltre il 70% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Nei Paesi più poveri, questa percentuale crolla a circa il 3%. Queste differenze sono moralmente inaccettabili, e minano la ripresa globale. Siamo molto vicini a raggiungere l’obiettivo posto dall’OMS di vaccinare il 40% della popolazione globale entro la fine del 2021. Ora dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per raggiungere il 70% entro la metà del 2022. Dobbiamo anche continuare a investire in ricerca, eliminare le barriere commerciali che riguardano i vaccini anti COVID-19, e migliorare la prevedibilità nella loro consegna. E dobbiamo rafforzare le catene di approvvigionamento globali, aumentando al contempo la capacità produttiva a livello locale e regionale. Come Presidenza del G20, l’Italia ha lavorato per promuovere una ripresa più equa. Il Global Health Summit di Roma ha visto Paesi e aziende impegnarsi generosamente per fornire vaccini ai Paesi più poveri: dobbiamo essere sicuri di onorare le promesse. Abbiamo raggiunto un accordo storico per un sistema di tassazione internazionale più equo ed efficace. Abbiamo supervisionato l’allocazione di 650 miliardi di dollari come nuovi Diritti Speciali di Prelievo e abbiamo promosso la possibilità di redistribuirli ai Paesi che ne hanno più bisogno.Questi risultati ci ricordano con forza i risultati che possiamo raggiungere insieme. Ci devono incoraggiare ad essere altrettanto ambiziosi in tutte gli ambiti in cui lavoriamo insieme».
La prima foto di gruppo insieme ai sanitari, protagonisti della lotta al Covid
Il video dell’arrivo dei leader alla Nuvola
Leggi anche:
- Comincia il G20, gli Stati Uniti: «L’obiettivo è la minimun tax per le multinazionali»
- G20, un’ora di vertice tra Draghi e Biden: sul tavolo clima, difesa Ue e ripresa post Covid
- Clima, pandemia e Ue al centro dell’incontro Biden-Mattarella. Il presidente Usa: «Ottimo lavoro dell’Italia sui vaccini»
- G20, primo caso di positività al Covid: è una giornalista britannica
- G20, il primo impegno contro la pandemia: «Entro il 2022 vaccini per il 70% della popolazione mondiale». Speranza: «Numeri in crescita, serve cautela»
- G20, gli impegni dei leader: «Stop al carbone, lotta all’immigrazione irregolare e vaccini al 70% della popolazione mondiale»