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La lettera di Alessandro Zan: «Renzi ha scelto di stare con gli alleati di Orbàn. Continueremo con il sostegno delle piazze»

31 Ottobre 2021 - 08:58 Redazione
Legge Zan
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Classe 1973, Zan è stato il primo firmatario del disegno di legge contro l'omotransfobia che porta il suo nome. Il suo commento della votazione in Senato in una lettera al direttore di "La Repubblica"

Dopo il crollo in Senato del ddl Zan, dopo quei 16 voti che mancavano all’appello nella votazione segreta, molte piazze di Italia sono state riempite da chi fa parte della comunità Lgbtq+ e da chi ha scelto di portare avanti con loro questa battaglia. Una risposta che il deputato del Pd Alessandro Zan ha voluto ricordare in una lettera inviata a Maurizio Molinari, direttore del quotidiano la Repubblica: «Siamo andati sotto al Senato non perché non conosciamo la matematica ma perché avevamo riposto fiducia in certi nostri compagni di strada. Fiducia forse mal riposta, ma ampiamente compensata dall’entusiasmo delle centinaia di migliaia di persone che in questi giorni riempiono le piazze italiane. Continueremo a portare la loro voce in Parlamento».

Classe 1973, Zan è stato il primo firmatario del ddl contro l’omotransfobia che porta il suo nome, il sesto tentativo parlamentare di dare all’Italia una legge contro i crimini di odio legati all’omofobia o all’identità di genere. Nella sua lettera l’attacco più duro è quello contro Matteo Renzi e la sua Italia Viva, il gruppo politico accusato da diversi esponenti del Pd di aver fatto mancare i voti a sostegno del ddl Zan: «Il tatticismo di chi, come Matteo Renzi, ha sostenuto la legge alla Camera per poi metterla in discussione e farla morire al Senato non ha solo fatto vergognare l’Italia, ma ha anche nutrito la delusione cronica di ragazze e ragazzi che avvertono la politica come una pratica lontana, distante, aliena. Sono stato al Pride di Budapest, capitale di un paese dove essere persona lgbt+ significa avere paura. Italia Viva chiedeva una mediazione con chi ha le stesse idee di Orbàn, ed è con loro che ha scelto di stare».

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