Per Draghi il G20 è stato un successo: «Impegno di tutti a ridurre le emissioni fino al 2030. Anche Cina e Russia hanno cambiato idea» – Il video
«In questo vertice è cambiato qualcosa. Il G20 sembra aver ritrovato un nuovo multilateralismo, la capacità di affrontare le sfide epocali ed esistenziali insieme. Il Covid, il clima, la salute, le disuguaglianze di genere e di ricchezza: tutte sfide che non possiamo risolvere da soli». Con queste parole il premier Mario Draghi apre la conferenza stampa finale di questo weekend. «Il presidente Biden ha detto che vogliamo ricordare questo vertice come quello che ha avuto successo – ha raccontato il presidente del Consiglio – ma questo vertice è solo il momento finale di un anno intero di lavoro. Cosa è successo in questo anno? Cosa sono riusciti a fare ministri e sherpa per il G20?», ha detto Draghi rivolgendosi alla sala.
Gli impegni del G20
«Dopo decenni è stato riformato il sistema di tassazione internazionale, abbiamo superato il protezionismo dei prodotti sanitari, per assicurare più vaccini per i poveri del mondo, abbiamo gettato le basi per una ripresa più equa e abbiamo trovato nuovi modi per assistere i Paesi più poveri del mondo», ha spiegato Draghi per punti, facendo riferimento a un fondo da 650 miliardi stanziato come forma di donazione per i Paesi più vulnerabili. Poi ha speso qualche parola per i progressi fatti sul fronte della crisi umanitaria in corso in Afghanistan: «Abbiamo preso la leadership dell’assistenza dell’Afghanistan grazie al lavoro della presidente Von Der Leyen per affrontare questa crisi umanitaria».
La crisi climatica
E infine la crisi climatica, uno dei dossier più urgenti sul tavolo del summit internazionale, anche in vista della Cop26, in corso a Glasgow fino al 12 novembre: «Per la prima volta il G20 si è preso l’impegno di garantire l’aumento della temperatura entro il grado e mezzo, con impegni immediati e a medio termine – ha affermato il premier -. Per la prima volta tutti i paesi del G20 riconoscono la validità scientifica dell’obiettivo di un grado e mezzo e si impegnano a contenere le loro emissione in modo da raggiungere, o comunque non perdere di vista, questo obiettivo». Per quanto riguarda le emissioni di carbonio – ha continuato Draghi – si parla di «azzerarle entro il 2050, un obiettivo che primo non era previsto. Il senso di urgenza c’è ed è stato condiviso da tutti». Compresa dalla Cina, da cui il premier italiano si aspettava un atteggiamento più rigido, così come dalla Russia. Alla fine invece tutti hanno riconosciuto la validità scientifica dell’aumento della temperatura globale.
I fondi per i Paesi più vulnerabili
Infine una promessa: «100 miliardi di dollari all’anno per i Paesi più poveri per la gestione della crisi climatica», una delle tre forme di donazione destinate ai Paesi più poveri e vulnerabili annunciate in apertura di conferenza da Draghi. A conclusione del suo discorso, ricco di ringraziamenti ai ministri e agli sherpa per il lavoro svolto, il premier ha detto: «Siamo orgogliosi di questi risultati, ma vogliamo ricordare che siamo solo all’inizio. Siamo riusciti a mantenere vivi i nostri sogni, impegnarci a ulteriori stanziamenti giganteschi di denaro, ulteriori promesse di riduzione. Il giudizio finale, come ci ricordano sempre gli attivisti, viene poi formulato sulla base di quello che noi facciamo e non di quello che diciamo».
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