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Cop26, la nave di Greenpeace sfida i divieti e fa rotta per Glasgow: a bordo quattro attivisti del Fridays for future – Il video

01 Novembre 2021 - 18:02 Redazione
«I leader mondiali dovrebbero stendere il tappeto rosso alle persone più colpite da questa doppia crisi climatica e sanitaria, non negare loro di partecipare alla Cop26», dice un attivista a bordo

Quattro giovani attivisti di Fridays for Future si trovano a bordo della Rainbow Warrior, una nave dell’associazione ambientalista Greenpeace. Stanno navigando in direzione di Glasgow, per consegnare ai leader mondiali – che partecipano alla Cop26 – un messaggio di protesta: «Stiamo soffrendo le conseguenze di un’emergenza che non abbiamo creato e coloro che hanno il potere di determinare le politiche climatiche necessarie per fermare questa ingiustizia sono le stesse persone che ci stanno tradendo. È ora di sradicare questo sistema», dichiara Edwin Namakanga, attivista dell’Uganda. Lui e gli altri tre giovani sull’imbarcazione – Jakapita Kandanga, 24enne della Namibia, Maria Reyes, 19enne del Messico, e Farzana Faruk Jhumu, 22enne del Bangladesh -, fanno parte della frangia dei Fridays che si riconosce sotto l’acronimo di Mapa: Most affected people and areas, ovvero gli attivisti provenienti dalle comunità più colpite dalla crisi climatica. La nave non ha ricevuto il lasciapassare dall’autorità portuale di Clyde per risalire l’omonimo fiume e raggiungere la città della Cop26. Il capitano dell’imbarcazione, tuttavia, ha ignorato gli avvertimenti è ha deciso di proseguire la navigazione verso il vertice.

«I leader mondiali dovrebbero stendere il tappeto rosso alle persone più colpite da questa doppia crisi climatica e sanitaria, non negare loro di partecipare alla Cop26», ha aggiunto Namakanga. «Siamo solo quattro attivisti, ma rappresentiamo milioni di persone e le nostre voci devono essere ascoltate». Molti attivisti e delegati provenienti da aree pesantemente colpite dalla crisi climatica non sono in grado di presenziare alla Cop26, lamenta Greenpeace, a causa delle restrizioni negli spostamenti dovuti alla pandemia e alle disuguaglianze nella distribuzione dei vaccini. «Una situazione che stride se si pensa che gli Stati Uniti stanno inviando a Glasgow oltre mille delegati». Sugli striscioni appesi tra gli alberi della Rainbow Warrior gli attivisti chiedono ai leader presenti alla Cop26 di «smetterla di deluderli».

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