Legge di bilancio: ecco le misure per le donne e per le mamme
La Legge di Bilancio del governo Draghi prevede diverse misure a sostegno delle donne e delle mamme. Dopo anni, ad esempio, arriva la riduzione dell’Iva dal 22 al 10 per cento sugli assorbenti per l’igiene intima femminile. Se ne parlava da anni, si stimava che costasse troppo. Ora la prevede l’articolo 4 della legge di bilancio. Ma nella Manovra c’è anche la decontribuzione per favorire il rientro al lavoro delle neo-mamme. Questo perché, in Italia, chi decide di mettere al mondo un figlio rischia di essere tagliato fuori dal mondo del lavoro perché considerato meno produttivo. Alcune delle storie raccontate da Open ne sono una prova. L’incentivo da offrire ai datori di lavoro, infatti, serve proprio per questo: se favoriranno il rientro di una neo-mamma dopo il congedo obbligatorio di maternità, avranno il 50 per cento di sconto sui relativi contributi previdenziali per un anno. Non cambia nulla per la donna: l’assegno pensionistico non viene di certo intaccato. La norma è in via sperimentale solo per il 2022, come scrive oggi Il Messaggero. Poi, alla luce dei risultati, si deciderà come e se prorogare la misura.
Opzione donna, il canale di pensionamento anticipato
In manovra sono previste anche altre misure: c’è, ad esempio, il prolungamento di tre mesi dell’indennità di maternità per le lavoratrici autonome con reddito basso (8.145 euro l’anno). Prorogata, poi, l’opzione donna, ovvero il canale di pensionamento anticipato per le donne che hanno 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) e 35 di contributi. La Manovra, però, cambia i “numeri”: 60 anni per le dipendenti del settore privato e 61 per le autonome. Una decisione che ha scatenato diverse polemiche tra sindacati e forze politiche: si deciderà quindi cosa fare, se portarla a 60 e 61 anni o lasciarla a 58 e 59. L’opzione donna, in realtà, non è mai stata un successone: ne hanno beneficiato 14 mila donne all’anno, nel 2020 solo il 2 per cento dei pensionamenti tra le donne per un costo totale di 369 milioni di euro. L’opzione al momento è prorogata, anche in questo caso, solo per il 2022. Poi si vedrà.
Fondo per la parità di genere: 52 milioni di euro (invece di 2)
Rifinanziato il Fondo per la parità di genere con 52 milioni di euro (invece di 2). Verrà dato il famoso “bollino rosa” a quelle aziende, pubbliche e private che siano, che promuovono la parità di genere al loro interno. E avranno anche «benefici contributivi» che verranno presto definiti. Prevista, infine, la nascita di un Osservatorio nazionale e una Cabina di regia interistituzionale presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. L’obiettivo resta quello di individuare «buone pratiche per combattere gli stereotipi di genere, colmare il divario di genere nel mercato del lavoro, raggiungere la parità nella partecipazione ai diversi settori economici e affrontare il problema del divario retributivo e pensionistico».
Foto in copertina da PIXABAY
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