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Facebook non userà più il riconoscimento facciale. È pronto a cancellare un miliardo di volti in archivio

02 Novembre 2021 - 20:06 Valerio Berra
La scelta non si limita a eliminare il servizio: Menlo Park cancellerà anche l'archivio di un miliardo di "faceprint" accumulato negli ultimi anni

Continuano i passi indietro. A giugno 2020 Ibm ha annunciato che non avrebbe più lavorato a sistemi di riconoscimento facciale dedicati ai programmi di sorveglianza di massa. A maggio 2021 Amazon ha deciso di impedire l’uso del suo sistema di riconoscimento facciale alla polizia degli Stati Uniti. Ora anche Facebook (prima o poi ci abitueremo a chiamarlo Meta) ha deciso di interrompere un progetto in corso che aveva come protagonista questa tecnologia. Da qui a dicembre la società fondata da Mark Zuckerberg chiuderà il sistema di riconoscimento facciale utilizzato per le fotografie pubblicate su Facebook. Il servizio era stato lanciato nel 2010 e permetteva agli utenti di ricevere suggerimenti sulle persone da taggare nelle foto. La scelta di Facebook non si limita però a chiudere il servizio ma anche a cancellare tutto l’archivio di faceprint, impronte facciali, accumulato nel corso di questi anni. Si calcola che circa un terzo degli utenti di Facebook avessero aderito a questo servizio, una base che ha permesso a Meta di accumulare circa un miliardo di faceprint. Questo archivio però è rimasto a Menlo Park. Secondo le sue policy, Facebook non poteva vendere ad altre aziende i dati raccolti attraverso il riconoscimento facciale. Questa tecnologia rimarrà attiva per permettere alle persone di accedere al loro account o sbloccare il loro smartphone.

Le parole di Meta: «Ci sono molte preoccupazioni su questa tecnologia»

A decretare la fine del programma è stato Jerome Pesenti, vice presidente della sezione di Meta che si occupa di intelligenza artificiale: «Ogni nuova tecnologia porta con sé benefici e preoccupazioni. Vogliamo trovare il giusto equilibrio tra le due. Al momento chiudiamo il programma perché ci sono troppi dubbi sull’uso di questa tecnologia». Fino a questo momento il riconoscimento facciale è stato al centro di due casi controversi. Il primo è quello che ha come protagonista il governo cinese: l’esercito del Paese avrebbe usato queste tecnologie per sorvegliare i membri della minoranza uigura. Il secondo è quello delle persone arrestate per errore della polizia degli Stati Uniti. Uno dei casi più noti risale al 2019: un uomo di nome Nijeer Parks è stato arrestato con le accuse di aggressione, possesso illegale di armi e per aver tentato di investire un agente. È rimasto in carcere 11 giorni prima che qualcuno si accorgesse che il sistema di riconoscimento facciale da cui era partita la segnalazione alle forze dell’ordine aveva commesso un errore.

Foto di copertina: rawpixel.com – it.freepik.com

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