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A metà novembre in Cina non si potrà più giocare a Fortnite

02 Novembre 2021 - 21:44 Valerio Berra
Il titolo di Epic Games era arrivato a Pechino con il nome di "Fortress Night". Gli sviluppatori avevano introdotto delle limitazioni per adattarlo al mercato cinese

La Cina non è (più) un Paese per videogiochi. Dal 1° novembre non è più possibile aprire un nuovo account su Fortnite e dal 15 novembre tutti i server che ospitano il gioco in questo Paese verranno spenti. Fortnite non è un titolo qualsiasi e la Cina non è un mercato qualsiasi. Fortnite è il titolo più importante di Epic Games, casa di produzione degli Stati Uniti. Nel maggio 2020 il numero di account creati nel gioco ha superato quota 350 milioni. Giocare è gratuito ma tutti i guadagni si basano su un sistema di microtransizioni interne al gioco che permettono agli utenti di personalizzare i loro avatar. Nel 2020 Epic Games ha registrato un fatturato da 700 milioni di dollari. La Cina invece è uno dei mercati più ricchi per le aziende di videogiochi ma allo stesso tempo uno dei più difficili.

Fornite era arrivato in Cina con una versione adattata alle richieste di Pechino. Epic Games aveva stretto una collaborazione con l’azienda cinese Tencent per lanciare Fortress Night, un titolo basato sulla stesse dinamiche ma con qualche cambiamento nella storia. La censura più rilevante era quella sulle skin dei personaggi che richiamavano dei teschi, tutti coperti con delle porzioni verdi. Oltre a questo erano vietate le transizioni in game, i pagamenti all’interno della piattaforma. La sperimentazione era comunque partita nel 2018 ma ora Epic Games non ha voluto rinnovare la collaborazione, visto che non c’era alcuna possibilità di introdurre le microtransizioni nel gioco e aprire le porte alla sua principale fonte di reddito da questo titolo.

I divieti e la paura della dipendenza. I problemi dei videogiochi in Cina

La scelta di Epic Game si inserisce in un percorso che sta facendo diventare un mercato sempre più complesso per gli sviluppatori di videogiochi. Preoccupati dalla crescita dei dati sulla dipendenza da videogiochi, Pechino nel 2018 aveva deciso per diversi mesi di non concedere più licenze a nessuno sviluppatore. Nel 2019 poi erano stati introdotti i primi limiti orari: i minori di 18 anni non potevano prendere in mano pad e tastiera di notte. Il coprifuoco era su qualsiasi titolo online dalle 22 alle 8. A settembre del 2021 la nuova stretta: ora i minori di 18 anni possono usare i videogiochi solo per tre ore alla settimana.

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