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Sequestro ponte Morandi in Calabria, i materiali scadenti imposti dalla mafia: «Devo mettere quella porcheria di me***… casca tutto» – Il video

03 Novembre 2021 - 11:33 Redazione
Nei lavori di manutenzione sarebbe stato impiegato un materiale più economico e di qualità scadente. Eseguite sei misure cautelari. Sigilli anche alla galleria del Sansinato sulla Ss280

È stato sequestrato l’altro ponte Morandi, quello di Catanzaro. La decisione è stata presa dalla procura di Catanzaro nell’ambito dell’indagine che ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari nei confronti di sei persone indagate a vario titolo per trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso in relazione fra l’altro, per i lavori di manutenzione straordinaria del ponte Morandi di Catanzaro e di un tratto della SS280 “dei Due Mari”. Disposto anche il sequestro, con facoltà d’uso, del viadotto “Bisantis” – il nome è omaggio a Fausto Bisantis, l’amministratore provinciale di Catanzaro che ordinò la costruzione di quel viadotto – conosciuto come ponte Morandi di Catanzaro, e della galleria Sansinato sulla Statale 280 dei Due mari per effettuare accertamenti di natura tecnica. Il ponte, pedonale e stradale, ha come principale caratteristica la sua struttura ad arcata unica, senza piloni centrali di sostegno, ed è il simbolo della città. La procura ha disposto anche un l’interdizione dall’esercizio della professione (per 6 mesi) per un ingegnere dell’Anas e di 9 mesi per un geometra. Il giudice per le indagini preliminari ha anche disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di più di 200 mila euro come profitto dei reati contestati. Diffuse le intercettazioni tra il direttore tecnico dei lavori e una ditta sulla qualità dei prodotti utilizzati per la manutenzione.

Le intercettazioni

«Secondo lui, dice, non va bene. Perché noi al Morandi con questo materiale l’abbiamo fatto… e casca tutto». Questo è solo un passaggio delle intercettazioni agli atti dell’ordinanza dell’operazione Brooklyn, condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro e coordinata dalla Dda, che ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari. Le parole sono del capo cantiere che ha contezza di quale materiale sia stato usato per il ponte e al telefono esprime preoccupazione. Dalle conversazioni registrate emerge infatti che per la lavorazione dell’infrastruttura è stata impiegata un tipo di malta di qualità scadente, ma più economica di quello inizialmente usato. In alcuni passaggi seguenti si sente il direttore tecnico pronunciare queste parole: «A me serve nu carico 488 urgente, altrimenti devo vedere…devo mettere quella porcheria di*** qui sui muri eh, che c’hanno stoccato per Catanzaro nu…nu bilico…però vorrei evitare ste simbrascugli…». Il rappresentante della ditta fornitrice di materiale gli risponde: «Eeh…fai…fai…fai…fai una figura di merda… perché quel prodotto non funziona». Al che il direttore tecnico replica: «Che prodotti stai usando? Gli ho detto sto usando **. Ma purtroppo perché è una questione finanziaria. Gli ho spiegato io è come su? Fanno cagare…(sorride). E il rappresentante della ditta fornitrice: «eh…..». Il capo cantiere: «Oh Gaetà, è passato *** quest’altro fenomeno cà no. Stasera misura, vabbè? L’aggiu pigghiate ma ha visto qui. Dove àmo spicconare hai visto?».

In copertina ANSA/SALVATORE MONTEVERDE | Il viadotto Bisantis detto anche ”Ponte sulla fiumarella ” a Catanzaro in una foto d’archivio

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