Vaccini, via libera dell’Aifa al richiamo per J&J dopo 6 mesi: la seconda dose con Pfizer o Moderna
L’Agenzia italiana del farmaco ha deciso: il richiamo di vaccino anti Covid sarà autorizzato anche per chi ha fatto il monodose Johnson & Johnson. Dopo il via libera dell’Fda americana, anche l’ente regolatore italiano ha dato l’ok alla somministrazione del booster del vaccino Janssen che potrà essere effettuato dopo sei mesi dalla prima iniezione. Coinvolti nella decisione sono 1,6 milioni di italiani che hanno ricevuto il monodose. La seconda dose di vaccino verrà effettuata con un siero a mRna, ovvero Moderna e Pfizer. Il Comitato tecnico scientifico di Aifa ha optato per la vaccinazione cosiddetta eterologa. Come successo per i vaccini a mRna, anche per Johnson & Johnson le evidenze scientifiche hanno dimostrato un abbassamento del livello di anticorpi con il passare del tempo e quindi di protezione dalle forme più gravi e letali di Covid-19, destinate all’ospedalizzazione. Da qui la decisione di procedere anche per il vaccino Janssen a un richiamo che, in vista della stagione invernale e dell’attuale aumento dei contagi, possa potenziare la protezione contro Covid-19.
October 28, 2021
«Risposta stabile fino a 8 mesi»
«Premesso che il vaccino anti Covid Janssen è l’unico vaccino con schedula monodose e che in ambito vaccinologico, una dose di richiamo, o booster, può essere considerata una strategia consolidata per la maggior parte dei vaccini, l’opportunità di prevedere una dose di richiamo appare supportata da un solido razionale». Le parole del Comitato tecnico scientifico di Aifa confermano l’evidenza scientifica dell’efficacia del booster e chiariscono poi il nodo fondamentale della durata: «Si registra una sostanziale stabilità della risposta immunitaria fino a 8 mesi dalla somministrazione della prima dose di Janssen». Anche sul fronte della malattia grave, dei ricoveri e dei decessi, la protezione garantita da Janssen «risulta stabile fino ad almeno 6 mesi dalla vaccinazione», come spiega l’Agenzia del farmaco, che però continua: «con il passare dei mesi si osserva un lento declino dell’efficacia vaccinale nei confronti delle forme lievi/moderate di malattia». Ragioni per cui il richiamo ora sembra essere la soluzione migliore.
«Richiami anche per Sputnik e Sinovac»
Il Comitato tecnico scientifico di Aifa, riunitosi oggi per discutere la questione delle dosi booster, ha cominciato a valutare la possibilità di un richiamo anche per i vaccini Sputnik e Sinovac. A farlo sapere è il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco che in diretta sul Tg1 ha anche specificato come questa decisione «miri a facilitare, tra le altre cose, l’acquisizione del Green pass». Il riferimento è a quanto ha spiegato anche il professor Gianni Rezza pochi giorni fa: «Stiamo andando verso l’ordinanza per concedere il pass sanitario a chi ha fatto Sinovac o Sputnik valutando la possibilità del mutuo riconoscimento o l’estensione con gli altri paesi Ue». Un via libera che secondo il capo della Prevenzione del ministero della Salute, «permetterà di lavorare a quanti hanno fatto uno dei due farmaci ancora non riconosciuti dall’Europa».
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