Lega, niente strappo in consiglio federale: Salvini incassa la fiducia di Giorgetti
Si è risolto con una tregua e con la rinnovata fiducia di Giancarlo Giorgetti per Matteo Salvini il Consiglio federale della Lega alla Camera. Cominciato dopo le 18, pareva dovesse essere il momento della resa dei conti all’interno del partito, per via delle spaccature causate dalle visioni diverse in seno alla Lega. A cominciare dall’ultima esortazione di Giorgetti a rompere con i sovranisti europei e a cambiare linea, esortazione rigettata in fretta dal segretario leghista che invece con il presidente ungherese Viktor Orban e con il premier polacco Morawiecki ha in piedi il progetto per riunire in un unico gruppo le destre europee. «Vuoi prendere il mio posto? Se vuoi mi faccio da parte», avrebbe detto piccato il leader leghista a Giorgetti in una telefonata riportata da La Stampa. All’inizio la tensione era alta al tavolo in sala Salvadori, a Montecitorio, intorno al quale hanno preso posto, oltre a Salvini e a Giorgetti, gli altri due vicesegretari Crippa e Lorenzo Fontana, i governatori della Lega – Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana, Christian Solinas, Donatella Tesei, Luca Zaia – e i capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
«Ascolto tutti e decido, come sono solito fare sempre», aveva detto Salvini ai cronisti arrivando alla Camera, prima di entrare alla riunione. Il suo intervento è durato oltre 50 minuti. Il segretario ha fatto il punto della situazione politica e ha sciorinato temi e obiettivi, rimarcando «il massimo impegno sul taglio delle tasse», e criticando il reddito di cittadinanza: «Nove miliardi per regalare redditi di cittadinanza a furbi ed evasori non è rispettoso per chi fatica e lavora, interverremo in Aula per dirottare sul taglio delle tasse una parte di quei miliardi». Sulla collocazione del partito in Europa Salvini ha detto di voler puntare alla costituzione di un gruppo «alternativo ai socialisti» identitario, conservatore e di centrodestra: «Il Ppe non è mai stato così debole, è impensabile entrare nel Partito popolare anche perché è subalterno alla sinistra».
Poi si è cominciato a giocare a carte scoperte e si è andati a finire alla conta di quanti condividessero e appoggiassero il programma di Salvini e la sua stessa leadership. Per adesso viene dunque rinsaldata la linea sovranista del segretario in carica. «Il Consiglio federale ha votato all’unanimità la condivisione della linea politica affidando mandato pieno al segretario Matteo Salvini sulla via della Lega nazionale», si legge in una nota del partito, al termine del consiglio durato quasi 5 ore. «Salvini ha ascoltato tutti, anch’io ho espresso le mie idee – ha detto Giorgetti uscendo da Montecitorio -. La Lega è una, è la casa di tutti noi e Salvini ne è il segretario. Saprà fare sintesi, porterà avanti la linea», ha tagliato corto. Resta comunque in piedi l’ipotesi di una conferenza programmatica entro la fine dell’anno.
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