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Omicidi di Ercolano, l’autopsia: solo uno dei due ragazzi è morto sul colpo. Il buco di 26′ dopo gli spari: cosa non torna

04 Novembre 2021 - 06:46 Giovanni Ruggiero
La posizione del camionista, in carcere per duplice omicidio aggravato, potrebbe ulteriormente aggravarsi dopo che carabinieri e procura hanno verificato che con il suo porto d'armi sportivo poteva avere armi in casa solo scariche

Solo uno dei due ragazzi uccisi a Ercolano nella notte tra il 28 e il 29 ottobre è morto sul colpo, dopo che Vincenzo Palumbo ha scaricato sull’auto con a bordo Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro una raffica di 11 colpi mente si allontanavano da casa sua. L’altro invece ha smesso di respirare qualche minuto dopo. L’esito dell’autopsia svolta ieri 3 novembre dalla dottoressa Anna Gargiulo fissano un altro tassello certo nella dinamica del duplice omicidio, che ha portato in carcere il camionista di 53 anni, convinto di aver sorpreso due ladri che volevano rapinarlo, salvo poi scoprire che quei due erano solo due ragazzi che si erano persi. L’autopsia conferma almeno in parte il racconto di Palumbo agli inquirenti su quel che è accaduto immediatamente dopo gli spari. Come riportato nell’ordinanza del gip, il camionista ha sparato dal balcone della sua villetta, da una posizione estremamente ravvicinata. È poi sceso in strada e si è avvicinato all’auto dei due ragazzi, da cui ha raccontato di aver sentito dei lamenti. Saranno le ulteriori analisi sui video delle telecamere di sorveglianza a chiarire cosa sia accaduto nei successivi minuti, visto che Palumbo avrebbe atteso 26 minuti prima di chiamare i soccorsi del 112.

Una prima risposta arriva dall’avvocato di Palumbo, Francesco Pepe, che lo difende con Fioravante De Rosa. Quel lunghissimo buco dalle 00.25 a poco prima dell’una sarebbe esclusivamente dovuto allo «stato di choc» in cui Palumbo si trovava. E in cui si trova tutt’ora: «Scioccato e sconvolto – ha detto Pepe – ha chiesto perdono anche per il tramite dei magistrati». Anche perché, spiega l’avvocato, Palumbo non sarebbe stato del tutto consapevole di quel che avrebbe fatto: «Non si era reso conto di ciò che era successo – ha aggiunto l’avvocato – Ma assolutamente non voleva arrecare danni mortali a questi ragazzi». Non è arrivato alle stesse conclusioni il gip, invece, che ha scritto quanto Palumbo ha colpito con «assoluta determinazione e freddezza». E la sua posizione di indagato per duplice omicidio aggravato potrebbe ulteriormente aggravarsi, dopo che è emerso l’accertamento sulle sue armi. Palumbo deteneva regolarmente in casa due fucili e una pistola Beretta, ma in virtù di un porto d’armi per uso sportivo e non certo per difesa personale. Il camionista quindi avrebbe potuto usare quelle armi esclusivamente al poligono e non poteva neanche essere carica in casa sua.

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