Falso ginecologo propone visite in videochiamata. Decine di segnalazioni da tutta Italia
La segnalazione è partita da Lecce, e da allora continuano ad aggiungersi nuove testimonianze da tutta Italia. Si tratta di un sedicente ginecologo che, con la scusa di effettuare visite specialistiche ha molestato oltre un centinaio di donne, molte delle quali ancora minorenni. Il tutto, tramite mail o chiamate telefoniche anonime. La prima a denunciare è stata Noemi, una studentessa leccese di 24 anni, che ha lanciato l’allarme sui social. La giovane ha raccontato di essere stata contattata il primo novembre da un numero sconosciuto. Al di là della cornetta c’era un uomo che si è presentato come un ginecologo del Counseling center dell’ospedale di Tricase, in provincia di Lecce. L’uomo era in possesso di numerosi dati personali della giovane, compresa la sua situazione clinica. Così Noemi ha pensato di potersi fidare dato che lui «sapeva il fatto suo» e ha accettato di essere visitata in videochiamata. Durante l’incontro virtuale il fantomatico dottore non si è mai mostrato in volto, anzi, ha insistito perché la ragazza si spogliasse. A questa richiesta, Noemi si è insospettita e ha deciso di segnalare il fatto sui social. «Denunciate», ha scritto su Facebook e Instagram, aggiungendo l’hashtag #nonseisola.
Le nuove testimonianze
Ed ecco che sono emerse molte storie simili, dalla Toscana alla Lombardia, dal Lazio al Piemonte. «Sono stata adescata con una mail di lavoro – racconta una delle vittime – Diceva di chiamarsi dottor Rinaldi e di lavorare all’ospedale di Casarano. A fine chiamata mi ha chiesto se volessi prenotare una visita ginecologica». Chiaramente né presso l’ospedale di Casarano, né tantomeno presso quello di Tricase risulta un medico con questo nome. Anche l’email e il contatto telefonico non erano istituzionali. Intanto, la procura di Lecce ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla base delle segnalazioni ricevute. Ciò che inquieta di più è che l’uomo, in possesso dei dati personali delle vittime, potrebbe aver hackerato i database dell’ospedale o essere a tutti gli effetti un operatore interno a una struttura sanitaria con accesso ai dati dei pazienti. Una storia che per modalità ricorda tristemente una vicenda del 2019, in cui un altro falso ginecologo – in realtà un ingegnere 50enne di Monza– adescava ragazzine minorenni su Instagram, offrendo loro trattamenti e soluzioni miracolose.
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