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L’ipotesi lockdown a Natale per le città del Messinese con più No vax

06 Novembre 2021 - 13:40 Redazione
A lanciare la proposta Alberto Firenze, commissario per l'emergenza della provincia: l'incidenza è arrivata a 76 casi ogni centomila abitanti

A Messina, una delle province con la più alta percentuale di persone non vaccinate – la Repubblica la definisce «regno dei No vax» -, il commissario provinciale per l’emergenza Coronavirus corre ai ripari per fermare la risalita dei contagi. «Proporrò alla Regione il lockdown a Natale nei paesi con pochi vaccinati», dichiara Alberto Firenze. Nel Messinese, l’incidenza è arrivata a 76 nuovi casi settimanali ogni 100 mila abitanti, a fronte di una media regionale che si attesta a 51. Tra le ragioni, ci sarebbe anche il basso numero di comuni che hanno raggiunto il target dell’80% di popolazione vaccinata con almeno una dose: solo 35 su 108. Entro metà dicembre, la metà dei centri abitanti dovrebbe raggiungere l’obiettivo. Ci sono, tuttavia, una ventina di paesi ancora troppo distanti dal traguardo. In questi centri, potrebbero essere allestite – come un anno fa – le cosiddette zone rosse.

«Il Natale è un periodo in cui ci si incontra, si fanno i cenoni, si sta in famiglia – spiega Firenze – e nei paesi con bassi tassi di vaccinazione il rischio è troppo alto. Ho intenzione di proporre alla Regione chiusure dove le coperture sono sotto target, indipendentemente da altri parametri». Sotto la lente degli esperti in materia sanitaria ci sono piccoli centri come Alì, Fiumedinisi e Itaca, diversi comuni della fascia ionica ma anche città più grandi: tremano Taormina, 70% di vaccinati, e persino il capoluogo Messina, 72% di vaccinati con prima dose. «Potremmo ipotizzare chiusure per alcuni quartieri, come Fondo Fucile o Fondo Taormina, dove ci sono oltre seimila non vaccinati che stanno tenendo in ostaggio l’intera città», spiega Firenze. Dovrebbe partire a breve una sorta di sorveglianza attiva vaccinale nei paesi con le più basse percentuali di vaccinati: «Dal 10 novembre al 10 dicembre faremo un attacco frontale al Covid e batteremo i comuni a bassa copertura vaccinale andando a bussare alle singole porte con i medici delle Usca e l’esercito», conclude il commissario.

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