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Polonia, centinaia di migranti al confine con la Bielorussia. Il governo schiera i militari: «Pronti a difenderci»

08 Novembre 2021 - 13:58 Redazione
«Questa è la prosecuzione del tentativo disperato del regime di Lukashenko di sfruttare le persone per destabilizzare l'Ue e i valori che sosteniamo», ha commentato un portavoce della Commissione Ue

Persone abbandonate, senza forze, vittime e bambini. La situazione, al confine tra Polonia e Bielorussia, sta peggiorando di ora in ora, con centinaia di migranti alla frontiera che provano a entrare in Europa vicino a Kuznica, al confine con la Bielorussia. I migranti, compresi i minori, vengono respinti alla frontiera polacca, rimandati indietro e nuovamente respinti dagli agenti bielorussi. Palline da tennis umane. «Questa è la prosecuzione del tentativo disperato del regime di Lukashenko di sfruttare le persone per destabilizzare l’Ue e i valori che sosteniamo», commenta oggi un portavoce della Commissione Ue di fronte alle immagini di una massa di persone che a piedi si muove verso il confine fra la Bielorussia e la Polonia. L’Ue ha «ripetutamente e fermamente rigettato tentativi di strumentalizzare» i migranti «per motivi politici». «Secondo le informazioni a nostra disposizione, ci sarebbero diverse centinaia di persone in Bielorussia vicino al confine polacco», conferma il portavoce. «Varsavia ha riferito di 3 mila attraversamenti illegali ogni settimana».

«Le persone vengono trattate come armi», denuncia Crystal van Leeuwen, responsabile delle emergenze mediche di Medici senza frontiere secondo quanto scrive il Guardian. «È difficile credere che questo tipo di crisi si stia verificando nell’Ue». Nelle ultime settimane sono state registrate almeno 8 vittime, mentre migliaia di migranti, principalmente da Iraq, Iran e Siria, hanno cercato di attraversare la Bielorussia e poi si sono trovati in trappola in una zona di confine altamente boscosa, senza cibo o riparo mentre le temperature sono già scese sotto lo zero. «Un folto gruppo di migranti si sta muovendo lungo un’autostrada verso il confine con la Polonia», conferma Anton Bychkovsky, portavoce del Comitato per i confini statali.

Le ong, spiega van Leeuwen, «devono ottenere urgentemente l’accesso a una zona militarizzata sicura dalla parte polacca», dice. Già, perché a tutti i non residenti, inclusi giornalisti, operatori umanitari e osservatori stranieri, è vietato, in base allo stato di emergenza dichiarato da Varsavia, l’ingresso in una striscia di 3 km di profondità lungo il confine. Ma le richieste di protezione internazionale dei migranti, dice Msf, «devono essere rispettate».

Persone come armi

La Guardia di frontiera polacca fa sapere che nella sola giornata di venerdì 5 novembre 570 persone hanno provato ad attraversare il confine dalla Bielorussia alla Polonia. Sono state, sempre secondo la stessa fonte, 17.300 in tutto il mese di ottobre. Gli immigrati vengono respinti indietro – in base a una legge del 22 ottobre del presidente Andrzej Duda – ma la Bielorussia li costringe a sua volta a riprovare a passare il confine. «In che modo centinaia di migranti sono riusciti a raggiungere il confine e come hanno fatto le forze di sicurezza a non accorgersene? Perché le guardie di frontiera bielorusse non detengono i migranti per l’attraversamento illegale della frontiera? Perché ai migranti non viene offerto asilo in Bielorussia?», si chiede su Twitter la giornalista bielorussa Hanna Liubakova.

La posizione polacca

Quest’estate Lituania e Polonia «hanno iniziato a costruire muri verso il confine con la Bielorussia: rispettivamente di 550km e 187 km». I soldati che il governo polacco ha inviato ormai al confine toccano ora quota 10mila 2.500 mobilitati solo nell’ultima settimana. Il loro compito, scrive ancora il Guardian, è quello di aiutare le guardie di frontiera a impedire che le persone attraversino il confine. Nel tempo gruppi da 60 o 70 persone hanno tentato di abbattere le recinzioni di filo spinato. Il confine della Polonia «non è solo una linea su una mappa: è sacro», dice il premier polacco, Mateusz Morawiecki. «Generazioni di polacchi hanno versato sangue», continua su Facebook. «Di fronte alla minaccia la difesa del confine dovrebbe essere qualcosa di assolutamente ovvio ed essere fondata sul consenso di tutte le forze politiche».

«Siamo pronti a qualsiasi scenario. La nostra priorità è una difesa solida del confine», twitta il ministro dell’Interno, Mariusz Kaminski. Piotr Muller, portavoce del governo polacco, spiega che è prevista per oggi una riunione della squadra di crisi con il premier, il vicepremier, Jaroslaw Kaczynski e i ministri della Difesa e dell’Interno.

Il comitato parla di un migliaio di persone che si starebbero spostando lungo un’autostrada nella regione di Grodno, in Bielorussia. «Le agenzie del servizio di frontiera bielorusso stanno lavorando intensamente per fare tutto il possibile per garantire la sicurezza dei checkpoint e il buon funzionamento. Monitoreremo gli sviluppi», dice Bychkovsky.

La Bielorussia – questa l’accusa di Varsavia – sta conducendo una «guerra ibrida» contro l’Europa come reazione alle sanzioni. L’Ue starebbe valutando un quinto pacchetto di provvedimenti contro il regime di Lukashenko proprio in relazione alla questione migratoria.

Le ronde

Nel frattempo hanno fatto notizia in questi giorni anche le ronde organizzate da giovani nazionalisti polacchi in aiuto alle guardie di frontiera per catturare i migranti che arrivano in Polonia dalla Bielorussia. L’iniziativa, scrive la stampa locale, è stata lanciata dall’associazione Niklot di Bialystok la cui ragione di vita è «la difesa dell’identità slava e della specificità culturale della Polonia». «I nostri avi con il proprio sangue hanno reso sacra la nostra terra, perciò non possiamo più osservare in modo passivo l’ondata di immigrati nel nostro territorio», dicono dall’associazione, che si scaglia contro le ong che nei boschi danno una mano ai profughi.

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