La storia (breve) del portale che prometteva di vendere criptovalute legate ad Amazon
«Offriamo uno sconto a tutti i primi investitori. Puoi diventare uno dei primi acquirenti. Compra ora gli Amazon Coin». Il pacchetto c’è tutto: una grafica che rimanda ai colori del brand, un countdown per far capire che l’offerta non è infinita e qualche icona che spiega meglio cosa sta succedendo. Fino alla sera del 5 novembre il sito amazontoken.finance garantiva a chiunque la possibilità di acquistare in anteprima i nuovi Amazon Coin, una moneta virtuale creata da Amazon. Per la precisione un token, cioè una valuta che non è supportata da una blockchain proprietaria ma da una già esistente (ci scusino gli esperti di crypto per la semplificazione). Gli Amazon Coin potevano essere acquistati con le principali forme di valuta virtuale: Bitcoin, Ethereum o Thether. Un sistema intuitivo, una grafica chiara, un brand noto e affidabile. Peccato fosse tutta una truffa. Come ha confermato a Open un protavoce di Amazon Italia, l’azienda fondata da Jeff Bezos non ha alcuna intenzione al momento di lanciare una valuta digitale.
Il portale-truffa
Il portale amazontoken.finance non era altro che una truffa: aveva come obiettivo trovare qualche utente disposto a pagare per accaparrarsi per primo una valuta che sembrava promettente. Anzi, per non farsi mancare niente i creatori del sito avevano aggiunto nella descrizione del loro prodotto il nome di un’altra Big Tech: «AmazonToken è una valuta digitale blockchain autorizzata proposta dalla società di social media americana Facebook». Non si sa quante persone abbiano investito dei soldi in questo progetto, certo è che l’intenzione degli sviluppatori era quella di rimanere a lungo online, visto che quando abbiamo visionato il sito la finestra di vendita era fissata a 25 giorni. Ora amazontoken.finance risulta irraggiungibile (trovate una copia del sito salvata su archive.today) ma questo non è il primo e nemmeno l’ultimo progetto di criptovalute che sfrutta un brand famoso. Quando si tratta di token o crypto legate a un brand noto, prima di fidarsi di un paio di grafiche è sempre meglio controllare sul portale ufficiale delle aziende citate.
Come funzionano le frodi rug pulls
Pochi giorni fa era successo qualcosa di simile: una società ha cominciato a vendere un token ispirato alla serie tv Squid Game, una valuta che sembrava essere destinata a un gioco online in uscita a novembre. Dopo qualche giorno gli sviluppatori del progetto hanno chiuso le piattaforme e sono scappati con circa 2 milioni di dollari versati dagli appassionati che non vedevano l’ora di partecipare al gioco ispirato alla serie. Nel gergo crypto queste frodi si chiamano rug pulls, una formula che si può tradurre come tappeto sfilato. Un momento prima stai camminando su un tappeto che sembra ben fissato a terra, un momento dopo quel tappeto viene sfilato e ti ritrovi per terra senza avere in mano nemmeno i soldi che avevi investito per le criptovalute.
Secondo un’analisi di CipherTrace nel 2020 con questo tipo di frode sono finiti nelle tasche dei criminali informatici circa 1,9 miliardi di dollari. Come riporta però il portale Decrypt il valore di queste truffe è in calo: nel 2019 erano stati persi 4,5 miliardi di dollari. Uno dei casi più noti risale allo scorso marzo, quando il sito web e l’account Twitter del protocollo Meerkat Finance sono stati cancellati dopo che i fondatori del progetto avevano denunciato un furto di cripto da circa 31 milioni dollari. Un furto che poi molte testate specializzate hanno definito un rug pulls. Al momento l’account social di Meerkat Finance non è ancora stato riattivato.
Foto di copertina: Creata da pch.vector – it.freepik.com
Leggi anche:
- La truffa con Squid Game, gli autori della criptovaluta ispirata alla serie sono scappati con gli incassi
- La Cina non è terra di Bitcoin. La Banca centrale ha reso illegali le transazioni con criptovalute
- El Salvador è il primo Paese al mondo a usare i Bitcoin come moneta reale. Il presidente: «Così costerà meno spedire soldi ai parenti in patria»
- No ai Bitcoin ma sì ai Dogecoin. Cosa c’è dietro la scelta ambientalista di Musk di abbandonare la prima criptovaluta
- I Dogecoin e l’antico potere dei meme. Guida alla criptovaluta preferita da Elon Musk