La dottoressa dei record che ha vaccinato 23 mila persone: «Ho convinto anche i No vax»
La dottoressa Antonella Spica lavora all’Asl di Bari ed è molto probabilmente la dottoressa che ha vaccinato più persone dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus in Italia. La responsabile dell’unità mobile del reparto di prevenzione della città ha girato la provincia con la sua ambulanza per mesi. «Ho somministrato vaccini nelle strutture residenziali, in quelle semi-residenziali, a casa dei fragili, ai migranti del Centro richiedenti asilo, a quelli in attesa di essere rimpatriati al Cpr, ai ragazzini autistici del centro Colli-Grisoni, agli afghani arrivati con il ponte aereo. E agli over 80, dimenticavo», dice lei oggi all’edizione barese di Repubblica. In totale le dosi somministrate arrivano a 23 mila e il suo record personale in un giorno è di 550.
«E nessuno ha mai avuto problemi. Penso ai pazienti fragili: ai minori del Colli, agli ospiti delle Rsa. Ricordo i loro occhi impauriti, ci ho visto tanta solitudine e anche richieste di aiuto che molto spesso la sanità non riesce a esaudire. C’è tanta sofferenza in giro, forse noi non ce ne accorgiamo. Ricordo la signora Maria a Villa Giovanna, fra le prime a ricevere il vaccino nelle Rsa baresi. E poi quell’uomo con obesità e insufficienza respiratoria attaccato all’ossigeno liquido. Era al quarto piano di una palazzina in via dei Mille. Non è stato facile raggiungerlo on tutti i nostri zaini e l’attrezzatura, ma proteggerlo con il vaccino è stata una grande soddisfazione».
E naturalmente ha incontrato anche No vax: «Ma le perplessità che hanno sono sempre le stesse e si possono smontare: basta fermarsi un attimo e spiegare. L’obiezione che muovono spesso è quella sulla scarsa sperimentazione del vaccino e io, smartphone alla mano, ho dimostrato che non è così. Che nonostante l’approvazione in emergenza del farmaco sono stati seguiti protocolli rigidi. Il più ostico è stato un trentenne arrivato all’hub della Fiera del Levante: di solito i giovani hanno una qualche reticenza per via della disinformazione che circola su Internet, ma alla fine anche lui s’è convinto».
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