In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
FACT-CHECKINGBufaleCoronavirusDisinformazioneMariano AmiciNo vaxSanitàTamponi

Tamponi, malattie virali e «cure» contro la Covid: le bufale del medico No vax Mariano Amici

12 Novembre 2021 - 15:58 David Puente
Il medico, sospeso perché non vaccinato, ha riproposto le sue tesi fuorvianti durante la trasmissione «Controcorrente»

Circola un video di circa 9 minuti dove Mariano Amici, diventato noto per il test bufala dei tamponi rapidi sul kiwi e attualmente sospeso dall’Ordine dei Medici, propone diverse bufale scientifiche sul tema Covid-19. L’intervento è stato prelevato da una puntata del programma televisivo Controcorrente (Rete4) e proposto con il titolo «Il dottor Mariano Amici mette KO Pregliasco» con il watermark del gruppo Telegram Buffonate di Stato.

Per chi ha fretta

  • Mariano Amici sostiene che non ci siano cure contro le malattie virali, però sostiene di aver curato con una cura specifica i suoi pazienti Covid. Non si riscontrano studi clinici o pubblicazioni che confermino le sue parole.
  • Afferma che non esistono strumenti «in grado di fare una diagnosi certa della malattia» e che i tamponi siano inaffidabili, ma sostiene di aver curato pazienti Covid che per essere tali dovrebbero aver ottenuto quantomeno un risultato positivo attraverso i test riconosciuti.
  • Mariano Amici sostiene che «l’organismo guarisce da solo le malattie virali» e che la febbre non dovrebbe essere «stroncata» nel paziente malato. Le malattie virali non si manifestano in egual modo in tutti i soggetti, un paziente malato non trattato contro la febbre potrebbe riscontrare delle complicanze.

Analisi

Riportiamo di seguito lo screenshot del post, che nel frattempo ha superato le 22 mila condivisioni, dove l’utente Marco scrive: «L’ottavo Re Di Roma, Mariano Amici dalla gentilissima Veronica Gentili, asfalta le puttanate del CecchiPregliasco».

Le bufale sui test e tamponi

Mariano amici prima sostiene di aver curato centinaia di pazienti Covid, poi migliaia, di non averli fatti ricoverare e di non averne perso neanche uno. Pur affermando di aver curato i pazienti Covid, si rivolge alla conduttrice Veronica Gentili con il seguente ragionamento: «Noi ad oggi non abbiamo uno strumento in grado di fare una diagnosi certa della malattia». Ritenendo inaffidabili i tamponi, non spiega come sia certo di aver realmente trattato dei pazienti Covid.

Contraddetto da Fabrizio Pregliasco, Amici contrattacca affermando che a sostenere la sua tesi sia la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, che il test dei tamponi rapidi con il kiwi dimostrerebbe la loro inaffidabilità e che lo stesso tampone Pcr come strumento diagnostico sarebbe stato sconfessato dal suo inventore. I test molecolari (i tamponi Pcr) sono riconosciuti dall’OMS come strumento diagnostico, al contrario di quanto afferma Amici. Ecco la scheda 8 del documento «Testing strategies for COVID-19» pubblicato il 15 gennaio 2021 dal sito dell’OMS.

L’inventore dei test molecolari non li riconosce come validi? Si tratta di una bufala circolata nel corso del 2020, trattata in un articolo di Open Fact-checking. Ecco il testo con la falsa citazione attribuita all’inventore, Kary Mullis: «Questo test non dovrebbe essere usato per diagnosticare malattie infettive». In realtà, si tratta di una citazione tagliata di John Lauritsen.

Di tamponi rapidi e del test del kiwi abbiamo parlato in un articolo del 29 dicembre 2020. Insieme a Mariano Amici troviamo anche Stefano Scoglio, il quale sostiene che il Sars-Cov-2 non sia stato isolato (falso, ne parliamo qui). Secondo Amici, i tamponi rapidi dovrebbero risultare positivi individuando l’antigene, il quale non dovrebbe trovarsi nei kiwi. Ecco perché, secondo lui, non siano strumenti adatti per riscontrare il virus. In realtà il problema è un altro: è l’acidità del frutto a falsare il test. Non è un test definitivo, infatti, in caso di positività dovrebbe essere effettuato quello PCR per confermare l’infezione.

Le “cure” secondo Mariano Amici

Davanti alla richiesta di elencare i farmaci usati per i pazienti Covid, Mariano Amici sostiene che «per le malattie virali non c’è cura»e che «l’unica cura è la produzione degli anticorpi contro il virus».

Successivamente, al contrario della premessa, parla di cure: «A quel punto possono derivare due cure, una non farmacologica e una farmacologica, però partendo dal concetto che l’organismo guarisce da solo le malattie virali. Non ci sono altre cure. Le cure non farmacologiche e farmacologiche che mettiamo in campo possono essere poi adottate per aiutare l’organismo a superare la malattia, ma non certo per curarla. Questa è la realtà scientifica, il resto è quello che è».

Concluso il ragionamento, Mariano Amici risponde in merito alla domanda posta sui farmaci: «Se poi volete che vi parlo della cura specifica ve ne parlo, in questa o in qualche altra occasione». Ad oggi non risultano pubblicazioni che confermino una cura specifica alla Covid, così come non risulta alcuna pubblicazione scientifica o studio clinico revisionato a firma Mariano Amici.

Parliamo di semantica. Normalmente, per “cura” si intende qualcosa che sconfigge la malattia: l’antibiotico per le infezioni batteriche, l’antivirale per le infezioni virali, le chemioterapie per i tumori. Al momento non esiste una cura certa per la Covid-19, ma vengono seguiti diversi approcci terapeutici e trattamenti farmacologici (non attraverso idrossiclorochina e ivermectina, come sostengono alcuni medici senza alcuna evidenza scientifica) che possono aiutare il malato nell’affrontare la malattia.

Le malattie virali e gli antivirali

Che c’è un antivirale? Dal sito del Presidio Ospedaliero Humanitas Gavazzeni di Bergamo leggiamo: «Gli antivirali agiscono – con azione che può essere sia terapeutica, sia preventiva – inibendo una delle fasi del ciclo replicativo del virus».

Dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità: «Gli antivirali sono medicinali che servono per combattere le infezioni causate da virus. […] In generale, i farmaci antivirali agiscono bloccando una fase vitale del ciclo di moltiplicazione del virus, impedendone quindi lo sviluppo e la propagazione».

«Per le malattie virali non c’è cura» sostiene Mariano Amici, così come afferma che «non esiste un antivirale che risolve il problema del virus». Abbiamo chiesto un parere all’infettivologo Stefano Zona dell’associazione IoVaccino: «Abbiamo antivirali per alcuni herpesviridae, Hiv, Hbv, Hcv e per l’influenza. Con il Molnupiravir iniziamo ad avere anche antivirali contro SARS-CoV-2 e altri coronavirus».

Gli antivirali, inoltre, sono un’arma importante contro le malattie virali in assenza di un vaccino, come precisa l’Iss: «La prima linea di difesa contro le malattie virali è la prevenzione, con la sua forma più efficace che è rappresentata dalla vaccinazione. Tuttavia, per alcune malattie non è ancora stato scoperto un vaccino. Quindi, è importante poter avere a disposizione dei medicinali utili per contrastare l’avanzamento delle infezioni virali una volta che si siano sviluppate nell’organismo causando una determinata malattia».

L’elenco degli antivirali è lungo, riportiamo quello dei principali consultabile dal sito del Presidio Ospedaliero Humanitas Gavazzeni di Bergamo:

  • Aciclovir
  • Efavirenz
  • Interferone alfa n-1
  • Interferone alfa-2a
  • Ritonavir
  • Abacavir
  • Adefovir
  • Amprenavir
  • Atazanavir
  • Cidofovir
  • Combinazione
  • lopinavir/ritonavir
  • Darunavir
  • Delavirdina
  • Didanosina
  • Dolutegravir
  • Etravirina
  • Famciclovir
  • Foscarnet
  • Ganciclovir
  • Inadivir
  • Interferone alfa-n3
  • Interferone alfacon-1
  • Lopinavir
  • Maraviroc
  • Nelfinavir
  • Nevirapina
  • Oseltamivir
  • Penciclovir
  • Ribavirina
  • Rilpivirina
  • Rimantadina
  • Saquinavir
  • Sorivudina
  • Telbivudina
  • Tenofovir
  • Tipranavir
  • Valaciclovir
  • Valganciclovir
  • Zanamivir
  • Zidovudina

L’organismo risolve da solo le malattie virali?

Per il virus «non c’è cura», afferma sempre Amici, e l’organismo «risolve da solo» attraverso la produzione degli anticorpi. Sempre secondo quanto da lui dichiarato, risulterebbe un errore fornire a un paziente Covid un farmaco che abbassi la febbre, ritenendola utile per fermare la replicazione del virus e per sostenere la formazione degli anticorpi.

I vaccini hanno il compito di preparare il sistema immunitario contro i virus, inclusi quelli che lo stesso medico rifiuta costandogli la sospensione dall’attività lavorativa. In assenza del vaccino, l’organismo si trova impreparato contro un virus che non riconosce e che potrebbe nel frattempo causare le complicanze note della malattia Covid-19.

Come comportarci con la febbre? Ci risponde ancora l’infettivologo Stefano Zona: «L’incremento della temperatura è uno strumento per ridurre la replicazione virale e batterica durante le malattie, ma non è che sia così estremamente fondamentale. È più importante mantenere l’idratazione (una persona con febbre elevata tende a disidratarsi molto più facilmente e velocemente di una persona apiretica)».

Ha ragione Mariano Amici nel sostenere che «se noi stronchiamo la febbre togliamo all’organismo l’unica arma per difendersi»? La febbre va gestita, come ci spiega ancora Stefano Zona: «Abbassare la temperatura può essere utile per ridurre il rischio di disidratazione, oltre che ridurre i sintomi in generale e quindi migliorare la possibilità del paziente di mangiare e bere».

Dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità leggiamo: «La febbre è un disturbo (sintomo) che, quando è associato a condizioni comuni come l’influenza o un raffreddamento, scompare spontaneamente (leggi la bufala). È sufficiente un periodo di riposo e bere molti liquidi». Lo stesso Iss spiega che di fronte a temperature troppo elevate possono essere somministrati antipiretici, come il paracetamolo, o farmaci anti-infiammatori non stereoidei, come ibuprofene e acido acetilsalicilico. «Che poi lo si faccia con paracetamolo o con Fans, questo dipende primariamente dalle condizioni del soggetto: una persona con insufficienza renale o con ulcera gastrica non può prendere Fans» conclude Zona.

Conclusioni

La valutazione fornita al contenuto diffuso tramite i social è “parzialmente falso” in quanto contiene un mix di affermazioni chiave vere e non. Il video riporta alcune delle dichiarazioni del medico sospeso Mariano Amici dove vengono riscontrate diverse contraddizioni.

Sostiene che non ci siano cure contro le malattie virali, mentre per la Covid afferma di aver “curato” dei pazienti con una cura (non spiegata nel video) che per essere ritenuta valida dovrebbe essere quantomeno sottoposta a una revisione scientifica.

Non si spiega come possa essere certo di aver trattato pazienti Covid sostenendo che «ad oggi non abbiamo uno strumento in grado di fare una diagnosi certa della malattia». Sui test rapidi e quello molecolare risposta bufale ampiamente smentite nel corso della pandemia Covid-19.

Riportando in parte informazioni corrette sul ruolo della febbre nelle infezioni virali, ma questa va gestita per evitare complicanze. Far passare il il messaggio «l’organismo guarisce da solo le malattie virali» non risulta corretto e rischioso per coloro che risultano positivi al Sars-Cov-2.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche:

Articoli di FACT-CHECKING più letti