Ecco perché la terza dose è indispensabile, il report dell’Iss su vaccini e protezione
La terza dose di vaccino contro il Covid è necessaria perché «dopo sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età», che scende in media sull’intera popolazione al 50 per cento. È quanto si legge nelle conclusioni nell’ultimo report dell’Istituto superiore di Sanità in cui viene evidenziata la differenza di protezione dal virus in base alla data di completamento del ciclo vaccinale. L’analisi è stata condotta analizzando i dati epidemiologici dell’ultimo mese, prendendo in considerazione quante persone sono state contagiate e successivamente ospedalizzate in condizioni non critiche e quanti sono finiti in terapia intensiva. Queste due classi, successivamente, sono state messe a rapporto rispetto all’incidenza dei contagi ogni 100 mila abitanti, differenziandole per fasce d’età.
L’efficacia dei vaccini per fascia d’età
Dal report emerge che sul fronte dei contagi «su tutta la popolazione l’efficacia vaccinale passa da una media del 76 per cento nei vaccinati con ciclo completo entro i sei mesi rispetto ai non vaccinati, al 50 per cento nei vaccinati con ciclo completo oltre i sei mesi rispetto ai non vaccinati». Guardando invece ai dati relativi allo sviluppo della malattia severa, nei primi sei mesi dopo la fine del ciclo completo di immunoprofilassi l’efficacia vaccinale si mantiene al 92 per cento rispetto ai non vaccinati, mentre superati i sei mesi dal completamente dall’intero ciclo di immunizzazione resta comunque alta, ma si riduce all’82 per cento. In sintesi, secondo questi dati, «la terza dose di vaccino anti-Covid va fatta, soprattutto per le categorie per cui è raccomandata ora, perché il calo, cioè la perdita di efficacia, già si vede pur restando protetto chi è vaccinato in maniera determinante rispetto a chi non si è immunizzato».
Foto in copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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