Super Cashback, l’atto finale: arrivano i bonifici da 1.500 euro. Chi ha diritto ai rimborsi
La classifica è chiusa ormai da quasi sei mesi e i conti sono agli sgoccioli per i bonifici Super Cashback. Si tratta di accrediti fino a 1.500 euro per i primi 100 mila che hanno registrato più transazioni con pagamenti elettronici nei primi sei mesi dell’anno. Gli ultimi visto che il governo Draghi non avrebbe più intenzione di resuscitare l’iniziativa partita con il governo Conte II. A confermarlo è un messaggio, inviato sull’app IO, ai tanti fortunati che, in queste ore, hanno preso d’assalto i gruppi Facebook dedicati al Cashback. Il ministero dell’Economia conferma che l’accredito avverrà tramite bonifico, sull’Iban già indicato in fase di registrazione, entro il 30 novembre 2021. Tutto come previsto. Nel 2022 il Cashback, non tornerà visto che lo stesso premier Mario Draghi lo ha di fatto archiviato, definendola un’iniziativa iniqua e non più opportuna. Per il presidente del Consiglio italiano, infatti, il Cashback avrebbe favorito chi usava già le carte, quindi le famiglie più ricche, quelle con reddito medio-alto, residenti nelle grandi città, specialmente del Nord. E per di più la misura non avrebbe ridotto l’evasione fiscale e non avrebbe aumentato nemmeno i pagamenti digitali. In altre parole, il gioco non vale la candela. Soldi a pioggia, un bonus come altri (ma non come quello bici/monopattini che ha, in concreto, spinto all’acquisto di mezzi elettrici cambiando il volto delle città, ndr).
La polemica sui furbetti
Come ricorderete, infatti, il Cashback prevedeva che tutti coloro che aderivano all’iniziativa, semplicemente inserendo le proprie carte sull’app IO, potevano beneficiare, alla fine dei sei mesi, di un rimborso pari al 10 per cento degli acquisti effettuati (comunque fino a un massimo di 150 euro, quindi fino a una spesa complessiva di 1.500 euro). Il governo Conte, però, aveva previsto anche un incentivo, un super premio da 1.500 euro per tutti coloro che avrebbero effettuato più transazioni sempre nell’arco dei sei mesi. In quella classifica ci sono finiti coloro che hanno realizzato almeno 787 transazioni valide nel semestre gennaio-giugno 2021. Valide, appunto: molte sono state annullate a seguito di rigidissimi controlli per contrastare i “furbetti del Cashback”. Si trattava di cittadini che, ad esempio, si recavano più volte dal benzinaio o al supermercato così da “gonfiare” il numero delle transazioni digitali, poi definite «anomale, ricorrenti di importo irrisorio, effettuate in numero elevato presso lo stesso esercente, lo stesso giorno e che, pertanto, appaiono non qualificabili come “acquisti” di beni o servizi».
Foto in copertina: ANSA/ETTORE FERRARI
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