La manifestazione antisemita in Polonia al grido di «Morte agli ebrei». Il governo israeliano: «Inorridito» – Il video
«Morte agli ebrei», ma anche «No a Polin (Polonia in ebraico, ndr), sì a Polska (Polonia in polacco, ndr)»”. Sono alcuni degli slogan che sono stati ripetuti a gran voce dai partecipanti alla manifestazione di estrema destra organizzata giovedì scorso, 11 novembre, in Polonia, dai forti accenti antisemiti. Un evento per il quale il ministro degli esteri Yair Lapid – figlio di un ebreo sopravvissuto alla Shoah – si è detto «inorridito». E ha chiesto alle autorità di Varsavia (che già hanno condannato l’episodio) di agire attivamente contro gli organizzatori. Per celebrare la Giornata nazionale dell’Indipendenza durante il raduno è stata data alle fiamme una copia dello “Statuto di Kalisz” con cui otto secoli fa fu regolarizzata la presenza ebraica in Polonia.
Episodi come questi, come spiega Haaretz, sono esacerbati dalle crescenti tensioni tra Israele, Polonia e la comunità ebraica polacca per l’approvazione di una legge del 2018 che limita la possibilità di richieste di restituzione per le proprietà rubate agli ebrei dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e nazionalizzate dai comunisti del Dopoguerra. Una legge molto criticata da Israele, e che ha spinto entrambi i paesi a richiamare i rispettivi ambasciatori. Il giornale ha poi raccontato che condanne per l’episodio sono giunte dai ministri polacchi degli esteri e degli interni. Yari Lapid, ministro degli Esteri israeliano, ha sollecitato il governo polacco ad agire «senza compromessi contro quanti hanno preso parte a questa sconvolgente manifestazione di odio».
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