Fedriga, la tentazione del lockdown per i non vaccinati: «Siamo quasi in zona gialla, non è giusto che paghino tutti i cittadini»
«I No vax sono una minoranza molto aggressiva». Così il presidente del Friuli-Venezia Giulia considera la quota di persone che nella sua regione ha deciso di non vaccinarsi contro il Coronavirus. La posizione di Massimiliano Fedriga è ormai chiara, e oggi l’ha chiarita a Udine: «Non possiamo fare pagare il prezzo di eventuali nuove chiusure ai vaccinati, che hanno difeso se stessi e gli altri, partecipando alla campagna vaccinale». Il pensiero va subito a quanto sta accadendo in Austria, dove il cancelliere Alexander Schallenberg, alle prese con la nuova ondata di contagi, ha istituito il lockdown per i non vaccinati. «Siamo a un passo dalla zona gialla e questo è dato dal numero dei ricoveri anche in area medica, molto vicino al 15% – ha spiegato Fedriga -. Il Friuli-Venezia Giulia andrà in zona gialla, ma per fortuna questo prevede misure ancora molto contenute. Il passaggio alla zona arancione – ha sottolineato – sarebbe drammatico per l’economia, è una cosa che non possiamo e non dobbiamo permettere».
Il governatore ha dunque invitato per l’ennesima volta a vaccinarsi e, per chi ha già completato il ciclo di immunizzazione, a procedere con la dose booster secondo i tempi previsti. Fedriga a quanto pare non è l’unico a essere accarezzato dall’idea di restrizioni da riservare a coloro che hanno scelto di non vaccinarsi. Anche il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, a domanda diretta stamane a Mattino 5, non si è detto contrario all’ipotesi di un lockdown sul modello Austria anche per le regioni italiane. «Non lo so, dovremo discuterne – ha detto – intanto credo che la prima cosa da fare sia quella di proseguire con le vaccinazioni». E ha portato i dati sulla sua Regione dove si è registrato un incremento consistente di infezioni negli ultimi dieci giorni. «Abbiamo ricoverato nei reparti Covid un centinaio di persone in più», ha fatto presente parlando della situazione negli ospedali che per ora stanno rispondendo bene alla quarta ondata.
Anche da Bonaccini l’invito è quello di procedere a ritmi spediti con le vaccinazioni, comprese le terze dosi. «Noi ci stiamo attrezzando per avere un hub vaccinale in ogni provincia, coinvolgere i medici di medicina generale e le farmacie, bisogna accelerare perché le terze dosi sono utili». Parole di allarme sulla situazione epidemiologica arrivano anche dalla Regione Lazio. Considerata la situazione nel Nord Est dell’Europa, il fatto che ai confini non ci siano controlli in ingresso è, secondo l’assessore alla Salute del Lazio Alessio D’Amato, «un grande errore»: «Non abbiamo fatto nulla per controllare chi arriva da Romania e Bulgaria dove i contagi sono fuori controllo e la stragrande maggioranza della popolazione rifiuta il vaccino», ha detto contrariato l’assessore alla Salute.
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