Gli studenti No Green pass incontrano Cacciari al Leoncavallo: «Ci sentiamo emarginati come nell’epoca fascista» – Il video
Poche decine di ragazzi, quasi tutti studenti, questa mattina si sono ritrovati all’interno dello storico centro sociale milanese Leoncavallo per una lezione sulla “Crisi della democrazia” alla presenza del professore universitario e filosofo Massimo Cacciari. Un appuntamento, organizzato dagli studenti No Green pass Milano, che sarebbe dovuto essere pubblico e che, invece, si è tenuto a porte chiuse. I giornalisti tutti fuori, nessuno poteva metter piede all’interno della struttura, tranne Byoblu, canale televisivo particolarmente seguito dagli ambienti No Vax e da chi si dice contrario alla certificazione verde anti-Covid. Alcuni dei giovani presenti non erano vaccinati: per andare all’università o al lavoro sono costretti a sottoporsi, ogni due giorni, al tampone.
«Non si può sacrificare l’individuo all’altare del bene collettivo»
Il Green pass, per loro, è solo «uno strumento di controllo sociale, di tasse, per sapere dove vado a consumare». Eppure di questi dati nella certificazione verde non c’è traccia. Non è altro che «un codice di appartenenza all’obbedienza di Draghi», ci dice un altro ragazzo, anche lui non vaccinato. Molti di loro, ci confidano, si sentono discriminati, tagliati fuori dalla società perché senza vaccino: «Noi non vaccinati, che poi risultiamo negativi ai tamponi, viviamo in una situazione di emarginazione simile a quella fascista». Ad ascoltarli oggi c’era Massimo Cacciari – diventato in questi mesi un simbolo di chi lotta contro le restrizioni del governo – che ha tenuto una lezione durata in tutto due ore (trasmessa sui social e impossibile da seguire dall’interno per i media, l’accesso infatti è stato vietato, ndr). Raggiunto da Open poco prima dell’incontro ha detto: «La strategia vaccinale non basta. Bisogna integrarla con una strategia di cura medica. Se dobbiamo vaccinarci ogni 6 mesi, o il Green pass diventa una sorta di carta d’identità da aggiornare oppure occorre che medici e scienziati pensino a strategie diverse». E, infine, a proposito della violenza registrata in alcune piazze No Green pass in Italia, ha dichiarato: «Siamo contrari alla violenza, certo. Ma vietare le manifestazioni non ha senso, si rischia il contagio anche andando allo stadio».
Il video integrale della lezione
Foto e video di Fabio Giuffrida per OPEN
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