Gratteri candidato alla Direzione nazionale antimafia: sfida tra otto magistrati
C’è il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri tra i candidati alla guida della Direzione nazionale antimafia e terrorismo, la Dna. A succedere a Federico Cafiero De Raho ci sono in totale otto candidati: tra loro, il procuratore di Napoli Giovanni Melillo e quello di Palermo Francesco Lo Voi. Quest’ultimo è pure in lizza per il vertice della procura di Roma, assieme al procuratore generale di Firenze Marcello Viola, anche lui nella lista di aspiranti capo dell’Antimafia. Tra i magistrati che si sono candidati per il ruolo – la presentazione delle domande al Csm scadeva l’11 novembre scorso -, compaiono i nomi dei procuratori di Catania Carmelo Zuccaro, di Messina Maurizio De Lucia, e di Lecce Leonardo Leone De Castris. In lizza per il ruolo, c’è anche Giovanni Russo, procuratore aggiunto già interno alla Dna.
Gratteri, 63 anni, è senza dubbio il candidato più noto. Procuratore capo di Catanzaro dal 2016, vive sotto scorta da ormai 32 anni – da aprile 1989 -, per la sua lotta contro la ‘ndrangheta. I Ros dei carabinieri, nel 2005, hanno scoperto nella piana di Gioia Tauro un arsenale da guerra che sarebbe servito per attentare alla vita del magistrato nel mirino della criminalità organizzata. «Un uomo morto che cammina», l’ha definito un ‘ndranghetista in un’intercettazione che risale a due anni fa. Tra le ultime operazioni più celebri di Gratteri, rientra la cosiddetta Rinascita-Scott, nel corso della quale è stata smantellata la cosca Mancuso: il clan, da Vibo Valentia, aveva posto radici in luoghi lontanissimi dalla Calabria e Gratteri, nell’inchiesta, ha fatto emergere una serie di intrecci tra ‘ndrangheta, politica e massoneria. Il procuratore di Catanzaro appare, oggi, come il principale favorito a succedere a Cafiero De Raho, il quale andrà in pensione a febbraio 2022.
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