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Battiston: «Il virus è un fiume in piena, per le zone a colori può essere tardi». Rasi: «Sì a restrizioni per i No vax»

16 Novembre 2021 - 19:11 Maria Pia Mazza
Il fisico dell'Università di Trento: «Senza interventi tempestivi a livello locale, difficilmente si potrà invertire la tendenza nelle prossime settimane»

Nessuno sa dire quando la curva dei nuovi casi di Coronavirus tornerà a flettersi. Uno scenario che secondo il professor Roberto Battiston, fisico e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici, senza l’introduzione di nuove restrizioni, a Natale potrebbe portare a «25.000-30.000 nuovi casi al giorno e, di conseguenza, iniziare ad avere un impatto pesante a livello nazionale sul carico sanitario, con l’attivazione a livello regionale delle limitazioni previste», secondo le differenti fasce di colore e relative restrizioni. Secondo Battiston «l’epidemia è presente come un fiume in piena» e, al momento, viene contenuta da argini abbastanza alti grazie alle vaccinazioni, alle terze dosi e e all’uso rigoroso del Green pass. E mentre si valuta la possibilità di introdurre un Green pass differenziato per i No vax, l’ex direttore dell’Ema, Guido Rasi, ritiene giusto che «vengano creati ambienti con il minor rischio possibile di circolazione del virus», a discapito di chi ha deciso di non sottoporsi a vaccinazione.

Battiston: «Bisogna agire tempestivamente a livello locale»

A causa delle profonde differenze nelle situazioni epidemiologiche tra le diverse regioni, secondo Battiston, «è difficile fare grandi annunci per Natale, con uno spetto di situazioni che va dalla Sardegna alla provincia di Trieste, con un intervallo spaventosamente ampio» e «aspettare che scattino tutti i parametri necessari per l’ingresso nelle zone a colori in un’intera regione potrebbe essere tardi, quando a preoccupare sono spesso delle realtà più circoscritte, come province e perfino città». Salvo «azioni di contenimento di massa per ridurre la crescita, come è avvenuto con successo nel passato», secondo il fisico del’Università di Trento, difficilmente si potrà osservare un’inversione di tendenza nelle prossime settimane: «Se oggi abbiamo circa 8.000 infetti e in media 50 morti al giorno, quando passeremo a 2-3 volte tanto, ed è questione di poche settimane, anche il numero dei decessi aumenterà in proporzione». Secondo Battiston, infatti, «prima che scattino gli interventi restrittivi previsti dalla legge a livello regionale, bisogna agire tempestivamente con interventi locali, come nel caso delle città di Trieste e Gorizia, che hanno valori così alti da mettere in difficoltà il servizio sanitario locale». E il mancato intervento sulle criticità locali, come «non avere implementato tempestivamente misure restrittive in province come quella di Trieste, ridurrà l’efficacia e allungherà i tempi di un intervento di limitazione a livello regionale».

Foto in copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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