Assegno unico, fino a 175 euro al mese per ogni figlio e dal settimo mese di gravidanza – La bozza
L’assegno unico universale sta per prendere forma. Domani, 18 novembre, arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri il decreto attuativo che spiegherà, di fatto, come funzionerà e come si potrà accedere a questa misura. Stando a una prima bozza, l’assegno mensile dovrebbe arrivare fino a 175 euro per ogni figlio che scenderà a 85 per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni. L’importo massimo andrà a chi ha un Isee fino a 15 mila euro; con redditi più alti, invece, l’importo dell’assegno calerà progressivamente fino a un minimo di 50 euro (25 per i maggiorenni) nel caso di Isee oltre 40 mila o per chi non lo presenta. Saranno previste maggiorazioni in base al numero di figli e all’eventuale presenza di disabili all’interno del proprio nucleo familiare, ma anche in base al reddito e al lavoro di entrambi i genitori. La domanda potrà essere presentata all’Inps a partire dall’1 gennaio per il periodo da marzo a febbraio dell’anno successivo.
Le novità sull’assegno unico universale
Nella bozza del decreto attuativo, tra l’altro, si precisa che l’assegno unico verrà riconosciuto «per ogni figlio minorenne a carico» e per i nuovi nati «a partire dal settimo mese di gravidanza». Non saranno previsti «limiti d’età» per i figli disabili. L’assegno verrà concesso al genitore che fa la domanda o, «a richiesta anche successiva e in pari misura» tra i genitori. Nel caso di affidamento esclusivo, l’assegna spetterà, «in mancanza di accordo», al genitore affidatario. Nel caso di nomina di un tutore, l’assegno verrà riconosciuto «nell’interesse esclusivo del tutelato». La domanda potrà essere presentata anche dai figli, una volta diventati minorenni: potranno «richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante». Dopo i 18 anni, il figlio che vorrà vedersi riconosciuto l’assegno dovrà comunque frequentare un «corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea», svolgere un tirocinio o avere un lavoro con reddito inferiore a 8 mila euro l’anno, essere «registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego» e svolgere «il servizio civile universale».
Per l’assegno si terrà conto delle famiglie numerose: dal terzo figlio sarà prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio, sempre in base alla dichiarazione Isee. Dal prossimo anno sarà prevista anche una maggiorazione forfettaria da 100 euro al mese per i nuclei con quattro o più figli, 30 euro al mese per ciascun figlio se entrambi i genitori lavorano (ma diminuisce, fino ad azzerarsi oltre i 40 mila euro, al crescere dell’Isee). 20 euro in più, invece, per ogni figlio per le mamme under 21, a prescindere dall’Isee. Numeri alla mano, un nucleo con Isee fino a 15 mila euro riceverà 175 euro al mese con un figlio, 350 con due figli, 610 con tre e 970 con 4 che diventeranno 1090 euro al mese se entrambi i genitori lavorano. A questo andranno aggiunti i 20 euro al mese a figlio in caso di madre molto giovane. I nuclei che, invece, superano i 40 mila euro di Isee avranno 50 euro al mese con un figlio, 100 con due, 165 con tre, 330 con quattro. Anche in questo caso andranno aggiunti i 20 euro a figlio se la mamma è giovanissima (under 21).
Verrà erogato anche ai cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno, permesso di lavoro o di ricerca superiore a sei mesi. In questo caso sarà necessaria la residenza in Italia «da almeno due anni, anche non continuativi ovvero» la titolarità «di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale». Tra i requisiti, tra l’altro, il domicilio e il pagamento delle tasse in Italia. Infine, la bozza del decreto attuativo prevede che le famiglie con disabili riceveranno l’assegno unico senza limiti di età dei figli. Nello specifico, per i minorenni 105 euro al mese in più «in caso di non autosufficienza», 95 euro al mese in più «in caso di disabilità grave» e 85 euro in più «in caso di disabilità media». 50 euro al mese in più per i nuclei con maggiorenni disabili e fino a 21 anni; oltre quest’età, invece, si continuerà a ricevere l’assegno in base all’Isee. Quindi, per semplificare, fino a 15 mila euro di Isee un assegno da 85 euro al mese che scenderà a 25 euro per Isee pari o superiori ai 40 mila euro.
Chi beneficia del reddito di cittadinanza, invece, non dovrà fare domanda per l’assegno unico: l’Inps lo attribuirà «d’ufficio». L’importo verrà calcolato sottraendo da quanto spetta per l’assegno unico la quota di reddito «relativa ai figli minori». Per «dare piena attuazione» al nuovo assegno per i figli, poi, verrà istituito un Osservatorio nazionale presso la presidenza del Consiglio – Dipartimento per le politiche della famiglia, con compiti di «analisi, monitoraggio e valutazione d’impatto» dell’assegno. Stanziati 20 milioni di euro per 385 assunzioni all’Inps che serviranno a garantire il nuovo assegno per i figli a chi ne farà richiesta. L’Osservatorio preparerà ogni 6 mesi una relazione sullo stato di implementazione dell’assegno mentre l’Inps dovrà realizzare un osservatorio statistico sui beneficiari dell’assegno, aggiornato ogni mese e pubblicato sul sito, oltre a trasmettere una relazione ogni tre mesi all’Osservatorio stesso.
Foto in copertina: icons8
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