Dopo l’inchiesta di Open il Garante ordina un’indagine sui Green pass altrui scaricati in rete
La prima segnalazione è partita dalle nostre pagine html il 30 ottobre. Su uno dei forum più noti della darknet erano stati pubblicati i codici di 62 Green pass: tutti autentici, tutti perfettamente validi, tutti utilizzabili per creare certificati per entrare nei locali pubblici. Poi i volumi di questi Green pass sono aumentati, fino ad arrivare a un archivio con oltre mille certificati falsi. Con una prova fra i bar di Milano abbiamo mostrato come questi certificati sono tutti funzionanti. Un lavoro che abbiamo fatto anche grazie i nostri lettori, come @sonoclaudio. Ora il Garante per la Protezione dei Dati personali ha deciso di avviare un’indagine, anche grazie all’intervista a Guido Scorza, uno dei suoi componenti, pubblicata sempre su Open il 19 novembre. Il Garante ha avviato d’urgenza un’indagine per accertare le modalità con le quali questi dati siano finiti in rete e ha da dato mandato al Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di Finanza di acquisire gli archivi on line e accertarne la provenienza.
Intanto la Procura di Milano e la Procura di Roma hanno aperto due fascicoli su questi Green pass. Secondo le notizie riportate dall’agenzia di stampa Ansa, uno di questi sarebbe legato nello specifico a una piattaforma di file sharing. Al momento l’obiettivo delle indagini è risalire agli indirizzi IP da cui sono stati caricati i Green pass. Come confermato a Open da fonti del Garante, l’inchiesta è partita a seguito delle nostre segnalazioni e da quelle del blogger Matteo Flora, a cui oggi si è aggiunto anche un articolo del Fatto Quotidiano.
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