Il disastro del Coronavirus in Croazia, tra proteste contro il governo e malati nei palazzetti dello Sport
Palazzetti dello sport per il triage per la profilassi vaccinale e le grandi aree per sistemarci letti per malati. Così la Croazia, come nella prima ondata, si prepara ad affrontare il boom di contagi di Coronavirus. Con quattro milioni di abitanti, venerdì scorso sono stati raggiunti i 7.270 casi. Il paese inoltre è al terzultimo posto dei paesi vaccinati d’Europa e gli ospedali sono di nuovo vicini alla soglia di pressione. Intanto il premier, Andrej Plenković, ha ordinato ai funzionari pubblici di munirsi di Green pass: la richiesta è stata rivolta soprattutto a medici e insegnanti. Ma come racconta la Repubblica già metà del Paese si è ribellata. E così da lunedì sono cominciate le manifestazioni contro il governo. «Non vogliamo perdere il lavoro, restituiteci tutto quello che il lockdown ci ha tolto», dicono i cittadini. Il ministero della Salute, per mettere in allerta gli abitanti, ha fatto sapere che «Il 75% delle persone che contrae il Covid, finisce in ospedale e muore non è vaccinato».
C’è poi il problema delle mascherine: quasi nessuno le porta nei luoghi al chiuso. Per questo il ministro dell’Interno, Davor Božinović, ha chiesto alla polizia di controllare bus, bar, ristoranti. I morti da Covid hanno superato la soglia dei diecimila, ma il dato pare non essere sufficiente a una popolazione che solo ieri ha invaso Piazza Jelačić a Zagabria per ribellarsi contro le misure di contenimento. Anche qui, come per la Slovenia, «una nuova serrata rischia di mettere il Paese in bancarotta». Sasa Ceci, fisico e giornalista scientifico, ha spiegato che «la comunità degli scienziati è costantemente minacciata dalla destra e nel consiglio scientifico che assiste il governo il biochimico Gordan Lauc minimizza il rischio Covid e vede un legame tra l’aumento della mortalità in Croazia e le vaccinazioni».
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