Emergenza Covid, Fedriga preme per la stretta sui No vax: «È l’unica alternativa al lockdown»
L’incontro della settimana prossima con il governo si avvicina e le Regioni si preparano a mettere sul tavolo le idee sulle nuove misure anti Covid da adottare. Il presidente della Conferenza delle regioni e governatore della regione Friuli Venezia- Giulia, Massimiliano Fedriga ospite del programma Mezz’ora in più su Rai3 ha ribadito le sue intenzioni: «Proporremo al governo di scegliere il più presto possibile delle misure che possano favorire le vaccinazioni, garantendo in caso di passaggio di zona la possibilità di superare quelle restrizioni per le persone che si sono vaccinate» ha spiegato, sottolineando anche come questa strategia sia un altro tentativo per convincere gli ultimi indecisi. «Si tratta di soluzioni che mirano a dare certezza anche alle imprese, alle quali non possiamo dire: “Vediamo in che zona sarete e se terrete aperto o no”», ha continuato il presidente. Fondamentale per le prossime settimane sarà monitorare i dati e muoversi in base ai movimenti della curva epidemiologica: «I governatori non fanno gli stregoni, non hanno soluzioni miracolose trovate sui social ma guardano ai dati forniti da Cts e Iss», continua Fedriga, riferendosi alla netta differenza di ricoveri e malattie tra vaccinati e non vaccinati.
«Discriminazione? L’alternativa è chiudere»
Il presidente del Friuli Venezia-Giulia ha poi commentato le possibili misure che dalle prossime settimane potranno coinvolgere soltanto la parte non vaccinata della popolazione. «Non parliamo di escludere qualcuno, ma a chi ha una minore propensione al rischio di ospedalizzazione diciamo “ora puoi fare un po’ di cose in più”», spiega. «Se non interveniamo in questo senso il risultato è che se una regione passa in zona arancione e rossa è chiuso per tutti, non è che non si chiude per nessuno». Fedriga continua a rispondere alle accuse di discriminazione invitando a riflettere sulle alternative all’idea delle misure per i No vax: «L’altra strada possibile è chiudere tutto per tutti. Quello che dobbiamo evitare è una forte richiesta di ospedalizzazioni, per tutelare chi si ammala di Covid e chi ha bisogno di prestazioni ospedaliere».
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