Il Berlusconi che non t’aspetti: «Sì al reddito di cittadinanza: aiuta i poveri»
In un’intervista rilasciata oggi a Il Tempo il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi si schiera a sorpresa a favore del reddito di cittadinanza. La domanda del direttore del quotidiano Franco Bechis parte dalle modifiche al sussidio presenti nella Legge di Bilancio: «Naturalmente il governo Draghi non è un governo di centro-destra, è sostenuto da partiti che in circostanze meno drammatiche sarebbero in competizione fra loro. In queste condizioni, tutte le forze politiche, noi per primi, hanno dovuto rinviare alcune battaglie-simbolo, in nome di una comune assunzione di responsabilità in un momento di emergenza. Date le circostanze, direi che abbiamo raggiunto un compromesso alto. Aggiungo che la Legge Fornero si è rivelata una risposta sbagliata a problemi reali. Ma ritengo che la soluzione trovata risponda a criteri di buonsenso. Per quanto riguarda invece il Reddito di cittadinanza gli importi che sono finiti a dei furbi che non ne avevano diritto sono davvero poca cosa rispetto alle situazioni di povertà che il reddito è andato finalmente a contrastare». Qualche tempo fa lo definiva “una bufala“.
Silvio e il Quirinale
Nell’intervista Berlusconi schiva anche una domanda sulla presidenza della Repubblica: «Come non mi stanco di ripetere, qualunque domanda su questo tema è prematura e rispondervi sarebbe irrispettoso, sia verso il Presidente della Repubblica in carica che verso il lavoro dello stesso Draghi». Infine, la pagella del governo Draghi: «Il giudizio è molto positivo. Questo è un governo di emergenza, che abbiamo proposto noi per primi, con due obbiettivi da realizzare: contrastare la pandemia con una campagna vaccinale capillare e rimettere in moto l’economia usando al meglio le risorse del Pnrr. Sono risorse che non è stato facile ottenere. Io personalmente mi sono speso molto, presso i maggiori leader europei miei amici, a cominciare dalla signora Merkel, per aiutare il governo italiano. Occorreva da parte dell’Italia predisporre in fretta un piano credibile per impiegare queste risorse nel migliore dei modi. Siamo riusciti a farlo. Oggi gli indicatori dell’Italia, sia sul piano della ripresa economica che su quello sanitario sono persino migliori del resto dell’Europa. I problemi da affrontare rimangono enormi, ma del lavoro svolto fin qui possiamo essere soddisfatti».
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